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La Via 23 ottobre
IMPARARE DAL PUBBLICANO. (Lc 18,9-14). Mi metto nei panni di quel pubblicano di cui parla la parabola di oggi. Era salito al tempio per consacrare una sua personale di situazione di resa. Forse anche lui era in quello stato di rassegnazione su se stessi che prima o poi proviamo tutti. Non aveva neppure la forza di assumere un impegno di conversione. Non era più in grado di dire a Dio: “cambierò vita, diventerò migliore, correggerò quel mio vizio”. Niente di tutto questo. Aveva davanti a sé solo il suo peccato e la necessità di essere perdonato. Probabilmente avrà anche sentito dentro di sé quella lacerazione di chi riconosce…
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Omelia 16 ottobre
Dio non è sordo al nostro grido: l’insistenza non è per piegarlo alla nostra volontà, ma per continuare noi a vedere e a sperare in qualsiasi circostanza. Molto spesso pensiamo che nella vita sia meglio ripiegare e rassegnarsi. Lo pensiamo anche per ciò che riguarda la fede di fronte al silenzio di Dio. Il problema però non è se Dio si farà sentire, se troveremo ciò che cerchiamo. Il problema è se sapremo reggere il suo ritardo. Don Umberto
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Rischiare è vivere
Rischiare è vivere, conversazione con Guido Silvestri. Registrazione della serata:
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La Via 16 ottobre
DIO IN RITARDO, (Lc 18,1-8). Già domenica scorsa avevamo visto e fatto i conti con l’intraprendenza di dieci lebbrosi che correvano incontro a Gesù. Oggi questa intraprendenza si incarna nella figura di una vedova che, ripetutamente, chiede giustizia ad un giudice che inizialmente non vuole darle retta. È una donna tenace, capace di non rassegnarsi ad accettare una situazione che nel profondo del cuore sente non essere quella che lei desidera. La rassegnazione è brutta cosa. Si insinua dentro di noi e trova rapidamente terreno fertile dove attecchire: si confonde con la pazienza, con la modestia, si nutre di accidia e coltiva l’ illusione che in fondo in quella situazione…
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Omelia 9 ottobre
Il cammino è metafora della vita. Trascorrerla scoprendosi amati è tutt’altra cosa dal vivere con un vuoto nel cuore. Guarire però non è sufficiente. Occorre essere salvati. E per salvarsi occorre la gratitudine di chi ha il coraggio di tornare indietro per andare da Gesù. La salvezza è l’incontro con il Signore, il legame con Lui che rende piena l’esistenza. Chissà perché gli altri nove non ringraziano: forse troppo presi dal pensare cosa avrebbero potuto fare ore che erano guariti. Spesso è proprio così: si dimenticano i mille grazie che dovremmo pronunciare perché tutti presi dalle nostre cose. Grazie è una parola, come dice Pablo Neruda, “logora e vecchia, ma…
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La Via 9 ottobre
UNO SU DIECI CE LA FA (Lc 17,11-19). Dieci lebbrosi tutti insieme sono un pugno nell’occhio. Una piccola comunità di reietti, uomini dalla pelle putrefatta e dagli occhi spenti. Un gruppo che nessuno guardava: probabilmente tanti li avranno visti, ma vedendoli avranno fatto finta di niente. Non c’è peggior cieco di chi non vuole vedere dice un noto proverbio. Mai la saggezza popolare si sbaglia. Gesù invece vuole proprio vederli, anzi vuole guardarli. Ed è il suo sguardo a guarirli. Seneca, nelle sue lettere a Lucilio, scriveva “Non importa quello che vediamo, importa piuttosto come lo vediamo”. Così ha sempre fatto Gesù. Di quei dieci non ha visto la…