Attività

Il teatro A/Z

IL NOSTRO TEATRO DEDICATO AD ANTONIO ZANOLETTI, “MESSAGGERO DELLA PAROLA”.

“Muoiono i poeti ma non muore la poesia,

perché la poesia è infinita come la vita.”

Lo ripeteva spesso Antonio Zanoletti, attore, regista e doppiatore di successo che negli anni si è sempre più avvicinato al teatro religioso e da diversi anni presenza fissa nelle iniziative quaresimali della Parrocchia e protagonista di appuntamenti teatrali con Utopia e Voci dal Castello.

Antonio lo scorso mese di luglio ci ha lasciato, ma la sua passione, il suo talento, l’amore per il teatro vero e la sua ricerca religiosa sono ancora con noi, li respireremo ancora, anche nel nostro teatro del Centro parrocchiale dove lui ha tante volte recitato, nel nostro teatro che domenica 24 settembre sarà a lui intitolato.

“Antonio è stata una figura importante dal punto di vista culturale per la comunità di Roveleto, oltre che un caro amico di lunga data – racconta don Umberto -. Antonio ha incarnato profondamente la cultura che racchiude un profondo senso religioso, quella cultura autentica che in quanto tale non può non incrociare la domanda su Dio. Come uomo la domanda l’aveva incontrata e si era dato una risposta”.

“L’ho incontrato nel 1999 ad un corso teatro e non ci siamo più persi di vista. – ricorda  l’attrice Gabriella Carrozza-. Al tempo girava con il suo celebre spettacolo su Van Gogh, dove lui interpretava il pittore, con una recitazione magistrale accompagnata dai suoi capelli ancora rossi, perfetti per la parte. Lui aveva un modo di vedere il teatro che possiamo definire della vecchia guardia: noi allievi lo prendevamo affettuosamente in giro quando ci ripeteva all’infinito: Il teatro è un mestiere da fare con rigore. Ridevamo, la parola rigore la metteva in ogni frase. Disciplina come caposaldo della recitazione e ora lo capisco: quello stile ora è anche il mio. Aveva una meticolosa attitudine al lavoro: recuperare il materiale, entrare in empatia col personaggio… era convinto che lo puoi fare solo se sei vero, autentico anche con te stesso”.

“Come diceva Pirandello – che lui amava in modo appassionato e ne era un grande studioso-, vi sono Molte maschere e pochi volti  e Antonio cercava di riuscire ad individuare le maschere per arrivare al volto. Tutti noi abbiamo maschere e il teatro ti permette di vedere il volto solo se tu entri a contatto con una parte vera di te stesso; a quel punto puoi farlo anche con l’altro. Ed è quello che ho appreso da Antonio e  che oggi per me è fondamentale con gli attori e i miei allievi”.

“Il teatro non è solo pura estetica ma è vita pulsante, di questo era certo Zanoletti. Nel momento in cui prendeva in mano un testo si cimentava ad indagare ciò che si celava dietro, con l’idea di poter entrare così tanto nel significato da riuscire a restituirlo in maniera corretta, con le intonazioni corrette, le sfumature corrette. L’attore ha un grande potere: portare lo spettatore a comprendere quello che tu vuoi; una grande arte in cui Antonio era maestro. Un grande maestro, bravo dal punto di vista artistico ma anche dal punto di vista umano. Cosa che oggi manca tanto nel teatro, nel panorama in cui stiamo vivendo”.

                                                                        Erika Negroni

domenica 24 settembre 2023:

Massimo Rocca recita la poesia “Il fiume e l’oceano” di Kahil Gibran

Dicono che prima di entrare in mare
Il fiume trema di paura.
A guardare indietro
tutto il cammino che ha percorso,
i vertici, le montagne,
il lungo e tortuoso cammino
che ha aperto attraverso giungle e villaggi.
E vede di fronte a sé un oceano così grande
che a entrare in lui può solo
sparire per sempre.
Ma non c’è altro modo.
Il fiume non può tornare indietro.
Nessuno può tornare indietro.
Tornare indietro è impossibile nell’esistenza.
Il fiume deve accettare la sua natura
e entrare nell’oceano.
Solo entrando nell’oceano
la paura diminuirà,
perché solo allora il fiume saprà
che non si tratta di scomparire nell’oceano
ma di diventare oceano.

(Khalil Gibran)

Gabriella Carrozza e Gianpiero Aceto interpretano “Omaggio a Paola Borboni” scritto da Antonio Zanoletti

Maurizio Piantelli accompagna con la tiorba.

Il brano finale di Carlo Pastori  “Corri e non fermarti amico mio” è interpretato da Carlo Pastori e Walter Muto.

Registrazione della cerimonia di dedicazione:

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