La Via

La Via 27 luglio


AMARE GESU’ SOPRA OGNI COSA         (Lc 14,25-33).

“La famiglia disunita è un inferno. Qualche volta c’è di peggio: una famiglia unita”.

Sono parole di uno scrittore cattolico, Jean Sulivan, sconosciuto ai più credo, ma che nel XX secolo scrisse pagine importanti sulla spiritualità cristiana e sul servizio nella Chiesa.

Mi sono tornate in mente riflettendo sul Vangelo di oggi che è quello nel quale risuona l’affermazione scioccante di Gesù: “Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli e le sorelle, non può essere mio discepolo”.

Pensate che questa versione di Luca è la più morbida: Matteo e Marco parlano addirittura di “odio”.

Come si possono accettare parole del genere?

Perché Gesù le pronuncia?

Perché queste parole dovrebbero farci bene?

C’è un motivo espresso già nel testo: Gesù vuole scoraggiare le folle che lo seguono: non gli interessa il successo e sa che l’inclusione della folla è volubile e spesso inconsistente.

Ma il Signore sapeva bene che anche la famiglia più esemplare è depositaria, molte volte, di una ideologia familiare e di un codice di comportamento che non ha nulla in comune con la novità del Vangelo.

Se ne abbia o no la percezione anche le famiglie buone trasmettono spesso una eredità interiore in cui il denaro prevale sugli affetti, il condizionamento sociale (“cosa dirà mai la gente?”) sull’espressione autentica dei sentimenti, l’attaccamento alla tradizione (“si è sempre fatto così”) sulla creatività, le paure del  domani sulla fede.

Tutte questo sono dinamiche che vanno superate per poter essere vicino a Gesù.

E per superarle spesso bisogna anche staccarsi dalle persone.

Ed è un distacco che non conduce mai ad una solitudine, di cui forse abbiamo paura, ma ad un altro tipo di amore che non vivendo in modo ingenuo gli amori umani, così fragili e causa di sofferenze, sa che solo Dio si può amare in santa pace.

Don Umberto