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La Via 1 giugno
ANDARE IN CIELO (Lc 24,46-53). Ascensione del Signore. “Voglio andare in cielo!” È una espressione che affiora alle labbra di alcuni anziani quando si sentono ormai stanchi di questa vita e desiderano raggiungere le persone amate che già non ci sono più. Dentro queste parole c’è anche il desiderio di una condizione migliore di quella che vivono ora; una condizione di pace e serenità che la sofferenza del momento presente non permette di vivere. Se sono anziani a cui vogliamo bene queste pur comprensibili parole ci turbano un po’; vorremmo averli ancora tra noi e ci auguriamo che quel cielo lo raggiungano il più tardi possibile. Ci è difficile accettare…
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Amare, obbedire, imparare
Il Signore ci ha detto dove Dio ama porre la sua dimora. Ciascuno di noi, come discepolo di Cristo, è tempio vivo di Dio. Gesù non è venuto principalmente per portarci in un tempio, anche se non voleva rinnegare la funzione del tempio, ma è venuto per portare il tempio di Dio dentro di noi. È una Parola, questa, che dovrebbe inondarci di stupore contemplativo, di silenzio adorante, di gratitudine immensa. Che noi siamo la dimora di Dio è la grazia delle grazie. Oggi queste parole le vivono in prima persona i nostri bambini della prima Comunione. Nei loro occhi e nella loro emozione ritroviamo ciò che vorremmo tornare a…
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La Via 25 maggio
UNA PACE CHE NASCE DALL’AMORE (Gv 14,23-29). Gesù anzitutto promette e dona la pace: «Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi». «Non come la dà il mondo»: qual è la pace che il mondo ci dà? Basti a questo proposito un osservazione molto semplice, tra le tante possibili. Sono molte le persone che vanno cercando un pò di pace, perché si sentono tradite nei loro segni, deluse e depresse. In questi casi la tentazione per lo più è quella di anestetizzare la coscienza in forme diverse quali possono essere l’uso di tranquillanti (dicendo questo non voglio per…
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Gesù nostro amico
Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri. …
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La Via 18 maggio
TRIBOLAZIONI (Gv 13,31-35). Risuona, nella prima lettura di oggi, questa esortazione “dobbiamo entrare nel Regno di Dio attraverso molte tribolazioni”. La pronunciarono Paolo e Barnaba alle comunità cristiane cui si rivolgevano. Non la pronunciano forse oggi anche per noi questa frase? Non abbiamo forse bisogno anche noi che le nostre tribolazioni non ci vengano solo alleviate ma anche spiegate? Allora si trattava di tribolazioni provenienti dalla persecuzione quindi motivate dalla fede in Gesù. Oggi non siamo certo più avvezzi a questo tipo di tribolazioni; anzi ci rivolgiamo alla religiosità per stare bene, alla ricerca di un benessere psicologico che ci doni pace senza passare da nessuna sofferenza. Ma le tribolazioni…
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Dio ci ama sempre attraverso qualcuno
Perché Gesù ci ha rivelato non un Dio qualsiasi, ma un Dio che sta dalla mia parte, ed è sempre pronto a difendermi anche quando non lo merito. E sta dalla mia parte non perché sono un prete ma perché sono un essere umano, sua creatura come ciascuno di voi. Nessuno infatti potrà rapirci dalla mano del Padre, dice oggi il Vangelo. Se ritorno quindi alla domanda iniziale di questa breve riflessione dico che senza Gesù non potrei credere in questo Dio. Pure considerazioni personali, che lascio a ciascuno di voi. Don Umberto