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La Via 6 novembre
L’AMORE IN PIENEZZA, (Lc 20,27-38). La vicinanza di questa domenica con la commemorazione dei fedeli defunti di qualche giorno fa appare provvidenziale. Anche oggi infatti ci è data occasione di riflettere sulla vita oltre la morte. Tema difficile, tanto importante e decisivo per la nostra fede, quanto piena di mistero. I sadducei (che non credevano alla resurrezione) pongono a Gesù una domanda trabocchetto circa il destino dopo la morte di una donna che aveva avuto nella vita diversi mariti. Credo che dovremo soffermarci sulla mentalità soggiacente a questa domanda: l’idea che dopo la morte le cose continuino allo stesso modo in cui le abbiamo vissute qui sulla terra con l’esclusione…
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Omelia 30 ottobre
Zaccheo, stanco di essere l’oggetto dell’odio altrui; saturo dei pettegolezzi dei benpensanti, sale su quell’albero per dire basta. Non vuole fare la vittima; non vuole piangersi addosso; vuole vivere. Su quel sicomoro Zaccheo è seduto a dirci che certi snodi si superano solo accettando di mutare prospettiva. Viva la sua intraprendenza! Benedetto il suo cercare. Don Umberto
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La Via 30 ottobre
ANCORA UN PUBBLICANO (Lc 19,1-10). A fronte di un pubblicano che si tiene nascosto in fondo al tempio (domenica scorsa) oggi ne abbiamo un altro che si espone alla vista di tutti salendo su un albero per vedere Gesù che passava. Due atteggiamenti opposti; quasi a dirci che non esiste un modo prestabilito per incontrare il Signore. Egli ci viene incontro nella nostra umiltà, nel nostro riserbo, nella nostra timidezza; ma lo fa anche di fronte alla nostra intraprendenza. Non è questione di carattere: Dio è per tutti, alla portata di tutti. Ovviamente però oggi è sulla intraprendenza di Zaccheo che dobbiamo porre la nostra attenzione.…
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Una voce dalla Turchia
Un Vescovo, un popolo, un paese, conversazione con Padre Paolo Bizzeti Gesuita e Vescovo in Turchia, serata di riflessione e testimonianza sull’essere Cristiani in Turchia in quanto minoranza.
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Omelia 23 ottobre
Spesso la gente ne ha già troppi di problemi nella propria vita per mettersi a pensare anche a quelli degli altri. In questo suo atteggiamento però il pubblicano troverà la via della salvezza; sarà questa sua inadeguatezza a non farlo scivolare nell’arroganza o nella superficialità. È questa sua insopportabilità dello sguardo altrui (e di se stesso) a condurlo davanti all’unico sguardo che salva: quello di Dio. Dovremmo imparare anche noi. E deciderci sotto quale sguardo voler sostare. Don Umberto
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La Via 23 ottobre
IMPARARE DAL PUBBLICANO. (Lc 18,9-14). Mi metto nei panni di quel pubblicano di cui parla la parabola di oggi. Era salito al tempio per consacrare una sua personale di situazione di resa. Forse anche lui era in quello stato di rassegnazione su se stessi che prima o poi proviamo tutti. Non aveva neppure la forza di assumere un impegno di conversione. Non era più in grado di dire a Dio: “cambierò vita, diventerò migliore, correggerò quel mio vizio”. Niente di tutto questo. Aveva davanti a sé solo il suo peccato e la necessità di essere perdonato. Probabilmente avrà anche sentito dentro di sé quella lacerazione di chi riconosce…