
La Via 15 giugno
SS.Trinità.
SE VEDI L’AMORE, VEDI LA TRINITA’ (Gv 16,12-15) .
Oggi la liturgia ci espone alla luce insostenibile del mistero di Dio.
Dio è Trinità: è unicità e, al tempo stesso, è pluralità.
La ragione non riesce a capire e la fede è messa alla prova.
C’è chi non si sente dl affrontare un problema così arduo di cui oltretutto non capisce quali riflessi possa avere dentro l’esistenza che sta vivendo.
Tanto vale scegliersi un Dio più semplice lasciando la Trinità alle brillanti speculazioni dei teologi.
C’è chi invece si arrende docilmente all’insegnamento del credo, senza discutere nulla.
Ma è vera fede?
La fede deve essere un fatto esistenziale e vitale.
Non dimentichiamo che credere non vuol dire accettare docilmente e passivamente un certo bagaglio di verità religiose, ma vuol dire aderire (è questo il senso che il verbo credere ha nel corrispondente termine ebraico) mettendo in gioco tutte le proprie risorse intellettuali e affettive.
Non si ha fede solo perché si crede che Dio è Trinità, ma perché si aderisce alla Trinità, si dimora nella Trinità, ci si affida.
Che fare dunque per essere onesti di fronte a questa rivelazione?
Entrare nel cuore della Trinità vuol dire cancellare ogni ombra di destino.
«Che cosa è l’uomo?», si chiedeva una voce nel salmo responsoriale.
L’uomo, ci dice oggi il mistero di Dio che abbiamo contemplato, è una creatura che trova la sua origine nell’amore di Dio.
Dio è vita, Dio è donazione, Dio è l’eterna sorgente dell’amore che fa germinare in ciascuno di noi la parola che è scaturita dal cuore di Gesù: «Abbà. Padre!».
Ubi caritas et amor, Deus ibi est, canta una vecchia sequenza della liturgia.
Si potrebbe commentare e parafrasare dicendo: «Dio è amicizia.
Perciò dove c’è amicizia, lì trovi il più grande di tutti i sacramenti.
Purché sia vera amicizia, che sa offrirsi senza pretendere nulla, che gode della gioia dell’altro con una partecipazione limpida e generosa».
Chi non sa amare, può declinare il dogma con tutte le tonalità della propria voce, ma rimane distante da Dio perché Dio è relazione.
Chi non sa amare è il vero ateo.
Il vero credente è invece colui che ama creare legami, accogliere e comprendere, camminare insieme e condividere.
Sant’Agostino diceva: «Se vedi l’amore, vedi la Trinità».
Al termine di una giornata puoi anche non aver mai pensato a Dio e pronunciato il suo nome, ma se hai amato, se ti sei lasciato amare, se hai sorriso a qualcuno procurandogli un po’ di gioia, senza saperlo tu hai fatto la più bella professione di fede nella Trinità.
Luigi Pozzoli
