La Via 8 settembre

 A CARO PREZZO                        (Lc 14,25-23).

 

Ancora un volta le parole di Gesù risultano sorprendentemente dure.

E ancora una volta vengono pronunciate in un momento di grande successo personale.

“Mentre tanta gente andava con Lui…” così dice infatti il testo evangelico.

A questa folla Gesù pone delle condizioni che ai più sembrano impossibili.

Come poter anteporre gli affetti familiari al rapporto con Dio? Come poter rinunciare a tutti i propri averi per essere discepoli?

Ci sembra quasi di cogliere uno strano paradosso: Gesù incoraggia sempre coloro che vede dubbiosi, quelli che si tengono a distanza da Lui.

Poi però, quando uno si avvicina, lo scoraggia con richieste altissime.

Oggi nella prima lettura ci sono parole che esprimono l’incomprensibilità dei pensieri di Dio.

Forse potremmo davvero riferirle a Gesù: “Chi può immaginare che cosa vuole il Signore? I ragionamenti dei mortali sono timidi e le nostre riflessioni incerte…

Chi mai potrà conoscere il pensiero di Dio?”

La sensazione è infatti proprio quella.

Perché Gesù agisce così? Non sarebbe meglio proporre un cammino graduale?

Non avrebbe più senso dire “Fai quello che puoi per seguirmi”?

Sta di fatto che Gesù non lo dice.

E quindi anche noi ci troviamo tra coloro che, sbigottiti da tali esigenti richieste, tentiamo di balbettare qualcosa per comprendere le ragioni di Gesù.

Anzitutto il Signore non vuole un consenso suggerito dall’entusiasmo, vuole invece il consenso che passa per la decisione.

L’entusiasmo infatti facilmente scema generando stanchezza e abbandono.

La decisione, che si nutre di ponderatezza e realismo, genera scelte più stabili.

Basta guardarsi intorno per accorgersi di quanto l’aria che tira vada in direzione contraria.

Anche un’altra è, forse, la ragione di Gesù.

Se essere discepoli di Gesù ci costa è perché esserlo è una cosa di valore.

Sembra strano infatti che solo per le cose della fede si ragioni in senso opposto: degno di considerazione è solo ciò che non costa niente.

Per tutto il resto, generalmente, più una cosa costa, più ha valore.

Anche essere cristiani costa. Non è gratuito.

Perché essere cristiani ha un valore altissimo: mettere in cima ai nostri affetti quell’unico amore che permette di vivere appieno tutti gli altri.

Don Umberto

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