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Esodo

“IL DECALOGO”  (Es 20, 1-18)download50pdf50download50

NOMADI

Sia che abitino lande desolate o grandi metropoli, sia che vivano in case di legno o di pietra, sia che abbiano degli igloo o delle case, sia che siano sedentari nei loro villaggi o in quartieri di periferia, sia che seguano le loro mandrie in Lapponia o che lavorino in fabbriche ed uffici, gli uomini sono tutti nomadi. Vivere, infatti, non vuole dire forse camminare continuamente? Non tanto con le gambe, quanto nel profondo del proprio animo! Gli esseri umani? Dei nomadi che si allontanano dalla brutalità e che progrediscono, di tappa in tappa, verso l’amore e la pace, che abbandonano i comportamenti generati dall’odio e dalla violenza per assumere quelli dell’accoglienza e della fraternità. Nomadi che strappano se stessi all’ingiu-stizia per andare verso il rispetto e il diritto, che lasciano cadere la loro abituale pigrizia e il “ciascuno per i fatti suoi” per impegnarsi nella costruzione di una terra di pace a cui tutti hanno accesso. Nomadi che si staccano dall’idolatria del denaro e dell’orgoglio per affrettarsi verso la condivisione e il servizio. Che si affrettano ad imboccare quella strada in cui somiglieranno sempre di più a degli uomini che recano l’impronta del Padre che sta nei cieli. Sono nomadi perché per loro risuona la chiamata di Dio che li invita a crescere come suoi figli prediletti.
Essere uomini porta ad un cambiamento permanente, ad un cammino continuo fino a quel giorno in cui lo spirito ed il cuore raggiungono una vera bellezza! Ma quanto è lungo il percorso che conduce a quella meta!
IL DESERTO DELLE PROVE
Camminare è faticoso, ma anche agevole quando il percorso è sgombro, libero da ostacoli, quando ci sono amici che ci accompagnano e fonti per dissetarci, quando c’è luce e gli ostacoli possono essere superati … E’ facile dare fiducia quando non si
è stati ingannati e quando la menzogna non ha introdotto il suo tarlo nelle promesse
fatte. Amare ed essere amati, che straordinaria dolcezza! Ma quando si allontanano
da noi come se non esistessimo più …
Credere in Dio è una gioia e una forza quotidiana, ma quando non si percepisce più
la sua presenza e sembra che Dio non si preoccupi più di noi anche se stiamo faticando
lungo la nostra strada …
Pregare significa instaurare un dialogo consolante, ma quando non abbiamo più
niente da dire e Dio sembra essersi allontanato da noi …
Vivere è un’avventura appassionante, ma se la sofferenza ci distrugge, se ci viene
tolto il lavoro, se viene a mancare il pane alla nostra tavola, se l’ingiustizia ci priva
di ogni posto nella società …
Crescere e sviluppare le proprie doti è una fortuna! Ma quando si cade sempre negli
stessi errori … Quando il fallimento ci inghiotte, quando a vincere è il peccato, che
annienta i nostri sogni di purezza, e accade che il male si introduca nelle nostre
azioni …
Nessuno sfugge alle prove: fanno parte della situazione di colui che viaggia.
DIO È IN VIAGGIO
Quando attraversa il deserto della prova, ogni essere umano deve far i conti con lo
scoraggiamento e rischia di abbandonarsi alla disperazione. Ogni essere umano è
tentato di dubitare di Dio e di ribellarsi a lui. E’ il tempo delle “mormorazioni”, in cui
è come ci si sentisse delusi da Dio: “Avevo riposto in te la mia fiducia e tu permetti
che mi arrivi questa disgrazia! Tanti altri non ti pregano affatto e vivono perfettamente
felici! Mentre io … invece … Allora tu non ti curi di me! “. In tal modo si addossa
a Dio la responsabilità delle nostre prove più difficili!
Ma Dio non se la gode affatto a rendere la vita difficile, caricandola di fardelli. Egli
non vuole vedere uomini che inaridiscono nei deserti della vita. Desidera invece che
siano in grado di attraversare quei deserti. I fardelli fanno parte dei percorsi umani.
Coloro che intraprendono un lungo viaggio sanno anticipatamente che ci saranno
difficoltà e brutti incontri: sono i rischi del viaggio. Se si ha paura dei rischi, si resta
a casa, al riparo, ma allora non si conoscerà mai la gioia che si prova in altri luoghi.
Per sostenerci attraverso le prove dei nostri deserti, Dio ci offre come luce la sua
Parola, propone il suo Pane come nutrimento, dona i sacramenti per tutti i momenti
della vita, ci fa incontrare dei compagni di strada: ci mostra i segni della sua vicinanza.
Dio non ci attende dall’altra parte del deserto, da dove guardare tranquilla mente alle nostre indecisioni: Dio attraversa il deserto assieme a noi. Non è forse per questo che Gesù, il Figlio, è venuto a raggiungerci sulle nostre strade, per prendere su di sé i nostri pesanti fardelli?
ALLEANZA
Dio si preoccupa unicamente di vegliare sugli uomini, di indicare loro la via che porta alla felicità e di offrire la sua eredità come si fa con figli prediletti. Per far comprendere la sua infinita tenerezza, Dio fa alleanza con loro.
Per amore degli uomini, egli è veramente pronto a tutto! Propone loro una relazio-ne d’amore, non domanda dei sacrifici. Sollecita solamente la loro risposta d’amo-re. Dio così si lega agli abitanti della terra: dimora in mezzo a loro per manifestar loro il suo amore. Ecco perché Dio si fa uomo: Gesù Cristo è il segno visibile dell’al-leanza con Dio!
L’alleanza è un esperienza di reciprocità: ognuno dà e riceve amore. Si cerca in-nanzitutto la gioia e l’onore della persona di cui si è alleati. L’alleanza è simile ad un cerchio che non ha fine, che continua, in perpetuo movimento. Un’alleanza di amo-re dura e brilla per tutta la vita, non viene mai meno.
Quando si è fatta alleanza, si è data la propria parola, si è fatta una promessa d’a-more: questa promessa non viene più ritirata, le si resta fedeli. Dio non rompe mai la sua alleanza. Il suo amore è offerto sempre. Agli uomini può capitare di allonta-narsi da Dio, di dimenticarlo, di cercare la felicità lontano da lui, di rifiutare la sua Parola. Quale tristezza quando l’alleanza è infranta. Ma Dio non si separa mai dagli uomini: li attende con amore. Quell’amore non viene mai ritirato.
DIECI PAROLE PER VIVERE
Talvolta credere in Dio è piuttosto complicato: ci vogliono delle parole che ricordino la sua alleanza. Talvolta andare avanti è un po’ complicato: ci vogliono delle parole che indichino la direzione da prendere attraverso gli ostacoli. Anche vivere insieme qualche volta è complicato: ci vogliono le parole giuste per realizzare un mutuo rispetto.
I Dieci comandamenti sono parole che aiutano a vivere e a credere. Non hanno nulla a che vedere con ordini militari che devono solo essere eseguiti altrimenti si rischia la punizione. Sono invece “parole-guida” rivolte a persone amate, di cui si desidera la riuscita. Sono “parole-luce” che costellano le strade della notte. Questi comandamenti sono dei punti di riferimento molto chiari nella lunga marcia degli uomini, attraverso i deserti. Permettono di evitare gli insabbiamenti e propongono dei mezzi per vivere da fratelli e da figli di Dio.
Se le “prime tre” parole riguardano i comportamenti nei confronti di Dio e le “sette seguenti” i comportamenti nei confronti degli altri, questo non è fatto forse per ri-cordare che Dio e il prossimo sono collegati da una stessa legge che tutti devono rispettare? In fondo i diritti degli uomini non sono iscritti nella legge di Dio? Le Die-ci parole stimolano il nostro amore, da offrire liberamente. Illuminano il cammino e fanno in modo che il nostro amore per Dio e quello per il prossimo possano cresce-re insieme.