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La Via 15 ottobre
CHE FESTA E’? (Mt 22,1-14). È bello fare festa. E se ne sente sempre il bisogno: più l’esistenza si complica, più cerchiamo nella festa una innocente evasione che ci alleggerisca i pensieri e ci dia un tempo di gioia e di pace. La festa è un modo per solennizzare alcune ricorrenze o le tappe importanti della vita. O anche semplicemente il piacere di stare a tavola con gli amici. Anche Dio ha preparato una festa per noi. La caratteristica della sua festa è il dono. Dio festeggia con noi donandoci sé stesso. E forse proprio così dovrebbero essere le nostre feste: l’occasione per fare dono di noi stessi agli altri.…
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Custodi o predatori?
«Lodate Dio» è il nome di questa lettera. Perché un essere umano che pretende di sostituirsi a Dio diventa il peggior pericolo per sé stesso. Dato a Roma, presso San Giovanni in Laterano, il 4 ottobre, Festa di San Francesco d’Assisi, dell’anno 2023, undicesimo del mio Pontificato. FRANCESCO
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La Via 8 ottobre
UN DONO, UNA MISSIONE (Mt 21,33-43) Per la terza domenica consecutiva nel Vangelo ritorna l’immagine della vigna. Questo continuo ritorno ci fa comprendere l’importanza di questo simbolo. La vigna è esplicitazione di quel giardino dell’Eden nel quale, secondo la Genesi, Dio passeggiava insieme ad Adamo. La vigna è quindi il luogo dove Dio e l’uomo si incontrano. La vigna è il simbolo della vita, la nostra vita. Dio viene a cercarci sino all’ultimo momento (due domeniche fa); possiamo rispondere sì o no a questo suo invito (domenica scorsa); la vita ricevuta è un suo dono (oggi). Allorché trasformiamo la vita da dono di Dio ad un nostro personale possesso qualcosa…
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Omelia 1 ottobre
Guardiamo al figlio che dice “sì”, ma poi non va. Egli non vuole fare la volontà del padre, ma non vuole nemmeno mettersi a discuterne e parlarci. Così si nasconde dietro a un “sì”, dietro a un finto assenso, che nasconde la sua pigrizia e per il momento gli salva la faccia, è un ipocrita. L’altro figlio, quello che dice “no” ma poi va, è invece sincero. Non è perfetto, ma sincero. Certo, ci sarebbe piaciuto vederlo dire subito “sì”. Non è così ma, per lo meno, manifesta in modo schietto e in un certo senso coraggioso la sua riluttanza. Si assume, cioè, la responsabilità del suo comportamento e agisce…
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La Via 1 ottobre
RICCHEZZA E POVERTA’ DELLE PAROLE (Mt 21,28-32). Il primo e oggettivo significato di questa parabola dei due figli mandati a lavorare nella vigna lo si coglie a partire dai destinatari. Gesù la disse per gli scrivi e gli anziani del popolo. Sono essi infatti, nella loro ipocrisia, ad essere rappresentati da quel figlio che dice “si” al padre ma poi non fa la sua volontà. L’altro figlio invece è il simbolo di prostitute e pubblicani che, nella loro conversione, fanno la volontà del Padre. Colto questo suo fondamentale significato, la parabola si presta però a tante altre non secondarie interpretazioni. Scelgo di sviluppare la riflessione allora al significato e alla…
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L’anarchia del Vangelo
Gesù ci svela quanto la sua logica sia diversa dalla nostra e la superi.