La Via

La Via 15 ottobre

CHE FESTA E’?    (Mt 22,1-14).  

È bello fare festa.

E se ne sente sempre il bisogno: più l’esistenza si complica, più cerchiamo nella festa una innocente evasione che ci alleggerisca i pensieri e ci dia un tempo di gioia e di pace.

La festa è un modo per solennizzare alcune ricorrenze o le tappe importanti della vita.

O anche semplicemente il piacere di stare a tavola con gli amici.

Anche Dio ha preparato una festa per noi.

La caratteristica della sua festa è il dono.

Dio festeggia con noi donandoci sé stesso.

E forse proprio così dovrebbero essere le nostre feste: l’occasione per fare dono di noi stessi agli altri.

Senza questo carattere spirituale le feste sono pura e vuota baldoria oppure uno stanco obbligo sociale.

Forse l’avranno sentita proprio così gli invitati di cui ci parla la parabola di oggi: tutti declinano l’invito alla festa perché hanno cose più importanti da fare.

Ciascuno preso dai propri interessi, ciascuno che pensa che le sue cose siano le più importanti

E Dio che diventa irrilevante.

Dio, oggi più che mai, finisce con l’occupare il tempo libero del nostro tempo libero.

Prima il lavoro, poi la famiglia, poi i propri hobby, poi il giusto svago, poi forse il tempo per Dio cioè sacramenti, preghiera, ascolto della Parola.

E guai se Dio (attraverso i suoi inviati) ci fa capire che non abbiamo capito niente e che queste priorità sono sbagliate: ci infastidisce e magari pure ci irritiamo.

A queste condizioni la festa che Dio ha in serbo per noi è davvero impossibile!

E probabilmente lo sguardo ai tanti che rifiutano l’invito condiziona anche quelli (pochi ormai) che lo accettano.

Nel senso che vengono sì alla festa ma senza convinzione, senza gratitudine, senza gioia interiore.

E la festa ha così il sapore sgradevole dell’obbligo.

È proprio questo l’abito nuziale richiesto per festeggiare: il cuore grato e caritatevole, il cuore caldo e accogliente.

Chiediamo a Dio di riaccendere il nostro amore spento.

Don Umberto