La Via

La Via 2 aprile

 

TUTTO E’ TRASFORMATO                   (Gv 11,1-45).

 

Il fatto che Gesù resuscita un morto prima della Pasqua non può essere senza motivo.

Così come non è senza motivo che la Chiesa ce ne faccia ascoltare il racconto quindici giorni prima delle nostre celebrazioni pasquali.

Esiste infatti un legame fortissimo tra la morte e la Pasqua, tra la morte e Gesù.

E su questo rapporto si sviluppa un equivoco riportato nel brano evangelico ma vivo ancora oggi.

Il pensiero, cioè, che se Gesù  fosse stato presente Lazzaro non sarebbe morto.

Perché il desiderio, l’aspettativa è quella che Gesù ci tolga la morte e la elimini. Così come ci tolga la sofferenza, la malattia, le fatiche del vivere.

Ma stando al racconto  non accade affatto così. Anzi sembra proprio che Gesù quasi lo faccia apposta, rallenti il suo passo, indugiando sino a quando l’amico Lazzaro muore. Gesù quindi non elimina la morte, ma la trasforma: “il nostro amico Lazzaro si è addormentato”.

Penso che vi sia qui una chiave di comprensione di tutto il Vangelo.

Gesù è costantemente intento a trasformare: occhi ciechi in occhi che vedono, membra paralizzate in membra funzionanti, colpa in perdono, malattia in salute, estranei in vicini, schiavi in persone libere, paura in gioia, pane e vino nel suo corpo e nel suo sangue.

E come se l’opera della creazione fosse continuamente in atto e Gesù continuasse a fare dal niente  qualcosa.

Ecco, questo è ciò che Dio compie nella nostra vita.

Se abbiamo situazioni di morte, Egli potrà trasformarle.

Molto dipende dalla relazione che abbiamo con Lui.

Lazzaro infatti era molto amico di Gesù.

La sua casa, a Betania, era il luogo in cui il Signore trovava ristoro, pace, il calore di una famiglia pronta ad accoglierlo.

Betania fa pensare  ad un Dio che cerca amicizia, che vuole la quotidianità di un rapporto umano normale, affettuoso e rilassante.

Un Dio che non va di corsa, che si riposa, che ricarica le pile.

Perché non provare a trasformare la nostra casa in Betania?

Perché non digiunare dalla fretta per dedicare qualche minuto in più ad ascoltarci e ad ascoltare Dio che parla?                                                         Don Umberto