La Via

La Via 29 novembre

UN ENNESIMO AVVENTO? (Lc 21,25-28.34-36)download50

Mi ha sempre inquietato la frase ascoltata nel Vangelo di oggi: “gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla Terra”.
Mi inquieta non per il pensiero alla morte ma per quanto lascia intuire della terribile presa che la paura ha su di noi.
Si può veramente morire di paura: non di una morte biologica, ma spirituale, esistenziale.
Si può morire per l’attesa di ciò che dovrà accadere, si può morire in anticipo quando ci si lascia paralizzare dalla negatività.
E di questi tempi ne assorbiamo tanta.
Come quella dai corpi di innocenti stesi a terra o coperti da un sudario nel cuore dell’Europa; o quelle (meno frequenti) di case sventrate dai bombardamenti.
E dietro ogni bombardamento, che non è mai intelligente, ci sono vite spezzate, grandi e bambini dilaniati.
Danni collaterali, li chiamano.
Così inizia un ennesimo Avvento.
A che serve iniziarlo, mi chiedo, se poi nella storia le cose si ripetono senza mai uscire da questa morte infinita?
A che serve dire, ribadire il messaggio evangelico se anche la venuta di Cristo, la sua presenza sembra non essere servita a niente?
Per questo con alcune righe della Parola di oggi avvertiamo una profonda sintonia.
Luca descrive il dissolvimento della creazione percorrendo a ritroso il racconto della Genesi.
Se ai primordi Dio aveva operato dal caos all’ordine, ora sembra che lasci andare le cose in senso opposto, dall’ordine al caos.
Può Dio pentirsi di ciò che ha fatto? Può tornare sui suoi passi?
O queste scene di de-creazione (mi viene in mente il padiglione vaticano all’Expo) dipendono dalla libertà degli uomini, dalle creature così tenebrosamente capaci di allontanarsi dal creatore?
A noi in fondo sembra di non c’entrare nulla con le tragedie che oggi affliggono l’umanità.
Ma in qualche modo anche la nostra libertà ne è coinvolta e la nostra volontà interpellata.
Anche noi possiamo rendere il mondo migliore o trasformarlo in un inferno.
Vigilare, che è la parola d’ordine del tempo d’Avvento, è possibile a tutti.
Vigilare sulla qualità delle nostre scelte economiche, che tutelino la giustizia.
Vigilare sulla qualità delle nostre relazioni, che salvaguardino l’amore e la pace.
Vigilare sulla qualità del nostro tempo, che sia occasione di crescita spirituale anziché di dissipazione.
Noi possiamo fare la nostra parte perchè il mondo non precipiti nel caos ma tra le braccia di Dio.

Don Umberto e Don Stefano