La Via

La Via 31 maggio

TUTTI I GIORNI  (Mt 28,16-20).download50
Non sempre ci pensi a quello che dici mentre dipingi il segno della croce sul tuo corpo:
“Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”.
Ed eccola qui la Trinità.
Semplice, quotidiana, ordinaria.
Perché un segno della croce, almeno uno, quando inizia il giorno, te lo fai sempre.
E oggi accogli anche un invito: far festa per la Trinità, far festa per questo segno così abitudinario da passare quasi inosservato.
Ci vorrebbe più spesso questa capacità di non dare le cose per scontate, di rendere straordinario e festoso ciò che è diventato normale, troppo normale.
È una festa, quella di oggi, che anzitutto insegna ad uscire da quel quotidiano mortifero e asfissiante che ti fa chiudere gli occhi su ciò che è meraviglioso a forza di continuare a guardarlo senza più amore.
Tutti i giorni ci lasciamo abbracciare dalla Trinità e tutti i giorni Gesù ha promesso di essere con noi.

È una presenza, la sua, senza condizioni.
Gesù non ha promesso di esserci solo per i bravi e i buoni. Non ha promesso di esserci solo quando le cose funzionano. Ha legato se stesso a noi sino alla fine del mondo.
I giorni che mancano verso la fine del mondo sono giorni in cui il bene e il male si mescolano, giorni di confusione e di crescita insieme, giorni di chiaroscuro e ambiguità. Così li presenta il Vangelo quando parla di essi.
Proprio in questa esperienza il Signore è con noi.
In questa stagione in cui non tutto è chiaro e non tutte le risposte sono già pronte.
E’ il tempo della fatica a comprendere chi siamo noi, chi sia Dio e verso dove va la storia. Il tempo della libertà che insieme affascina e fa paura. E ogni volta che ripeti il segno della Croce allora, non farlo per scaramanzia, ma per sentire la compagnia del Signore che è con te in mezzo al guado della vita. Il rischio di affogare è sempre dietro l’angolo: affogare nelle proprie paure e nelle proprie illusioni. Affogare nell’ingenuità di essere sempre all’altezza di ciò che ci chiedono; affogare nella tristezza o nel rancore.
Uscire dal vortice si può.
Grazie a Dio.
Don Umberto e Don Stefano