La Via

La Via 18 gennaio

UN POMERIGGIO QUALSIASI      (Gv 1, 35-42)download50
L’annotazione dell’ora.
È così raro nel Vangelo che venga detta l’ora di un episodio che non possiamo non raccogliere il messaggio di questa scelta.
Tanti anni fa, in una delle parrocchie in cui sono passato trovai un orologio da muro in una vecchia scatolone contenente materiale destinato al macero.
Era fermo sulle quattro.
Subito collegai quella scena all’episodio in cui si racconta la chiamata dei primi discepoli: “erano le quattro del pomeriggio”, dice il testo evangelico.
Decisi che quell’orologio non meritava la discarica.
Troppo preziosa la coincidenza per non raccoglierlo e tenerlo, da allora, appeso in casa.
Chi lo vede, giustamente pensa che sia fermo.
Forse è solo la memoria che è ferma, ferma come sempre dovrebbe essere la memoria ai momenti decisivi della vita.
Per i due discepoli, Andrea e suo fratello, era un pomeriggio come tanti, un’ora qualsiasi del giorno.
E si sentirono rivolgere una domanda: “che cercate?”

Ci sono domande che non vuoi sentirti fare; ci sono domande che comporterebbero risposte di cui hai paura; ci sono domande in grado di mettere a soqquadro una vita intera.
Certamente le puoi anche ignorare, puoi far finta di non sentirla quella voce che ti chiama. E ci sono tanti modi per non sentirla.
Ci si può riempire il tempo di cose da fare con l’alibi che dobbiamo correre di qua e di là e non dipende da noi. (quando sappiamo benissimo che il tempo è in gran parte frutto delle nostre scelte)
Oppure ci si può affezionare alle proprie quotidianità, alla normalità dell’esistenza, a quella tranquillità lineare a cui si è disposti a sacrificare tutto.
E questa affezione diventa morbosa quando ogni piccolo cambiamento è avvertito come un pericolo.
A certe condizioni è difficile accogliere il passaggio di Gesù nella vita.
Le resistenze del nostro appagamento o delle nostre paure sono montagne da scalare anche per Lui. Ma non è tipo, il Signore, da darsi per vinto.
Non vuole privarci della gioia di trasformare un pomeriggio qualsiasi in un’ora che resti impigliata nella nostra memoria.
La voce che chiama è pur sempre viva e lo fa in modo inaspettato.
Lo fa come se fosse di passaggio; o lo fa di notte come accaduto per Samuele.
Lo fa, si fa sentire e se gli dai retta le cose poi non sono più come prima.
Sono sempre migliori.

Don Umberto Don Stefano