La Via

La Via 11 febbraio

GUARIGIONE       (Mc 1,40-45).

Una bella parabola del Talmud dice che, quando un uomo viene alla luce, sulla sua fronte si accende una stella, come scintilla del grande braciere della vita.

E, quando due uomini si incontrano, le loro stelle si fondono e la loro luce si ravviva.

Ma se per troppo tempo un uomo non incontra l’altro, la sua stella langue e muore.

Il lebbroso moriva, solo, fuori dall’accampamento.

Moriva nella carne per troppa solitudine, la sua stella moriva per mancanza di incontri.

La compassione, il gesto, la parola.

Non solo la parola ma anche il gesto.

Noi siamo specialisti della parola.

La parola non costa, non contamina.

La parola gratifica.

Il gesto ha prezzi più alti: il prezzo della compassione, il costo della passione.

La passione per l’uomo.

E il lebbroso guarito a caro prezzo ritorna risanato alla sua comunità, ritorna alle carezze e alle parole non più gridate ma sussurrate, ritorna guarito e donatore.

E dona a sua volta attraverso gesti e parole la sua felicità; dona l’esperienza di Cristo. L’immondo, il castigato, diviene fonte di stupore e di vangelo.

Gesù gli aveva detto: «Non dire niente a nessuno».

C’è il rischio di malintesi, c’è il rischio che Dio sia compreso solo come distributore dl miracoli; che sia il prodigio il vertice del rapporto con Dio.

Noi non saremo capaci di guarire nessuno, ma dobbiamo essere capaci di far sorgere il tempo della compassione.

Non guaritori ma inventori di gesti e parole che leniscano la solitudine e la lebbra.

Così inizia la guarigione: se qualcuno mi tocca con amore, se qualcuno mi parla da vicino, se qualcuno patisce con me, cioè ha compassione.

E il giudizio di Dio non sarà sulle nostre mani immacolate o pulite, ma sarà se le nostre mani avranno toccato, se su di esse è rimasta ombra o traccia di una povertà o di una piaga, di una lebbra o di una solitudine.

Questo è il nostro paradosso: l’inizio della guarigione sta nel condividere il dolore.

Il dolore non vuole spiegazione, vuole partecipazione.

E noi partecipiamo alla compassione di Dio, alla sua volontà, anche se non partecipiamo al miracolo.

Partecipiamo però al prodigio delle sue viscere di misericordia.

Ed è questo l’unico deserto che si coprirà veramente di vita.

Ermes Maria Ronchi