La Via

La Via 21 gennaio

IL TEMPO E LA CONVERSIONE (Mc 1,14-20).

L’appello alla conversione è costantemente presente nelle Sacre Scritture.

Oggi è il tema centrale della liturgia.

Accanto ad esso un altro tema appare: quello del tempo.

Da questo secondo tema vorrei partire.

Il tempo appartiene a Dio; egli ce ne fa dono.

E questo tempo di Dio è giunto a pienezza.

Con l’incarnazione di Gesù la salvezza si è compiuta.

È il nostro tempo a non essere ancora compiuto.

Noi abbiamo ancora tempo per accogliere questa salvezza.

Non sappiamo però quanto.

Questa consapevolezza dell’incertezza del nostro tempo può scoraggiarci e deprimerci, ma potrebbe anche renderci più sapienti.

Se il tempo è breve dobbiamo valorizzarlo in senso cristiano e spirituale.

Cioè accogliere ogni giorno la salvezza (già compiuta) che Dio vuole offrirci.

La vita è veramente un “brivido che vola via” e non dovremmo ritrovarci, alla fine di essa, a mani vuote cioè senza aver compiuto il bene che potevamo compiere.

Disporci ogni giorno ad accogliere la salvezza di Dio significa convertirsi.

La salvezza infatti è un dono d’amore e come tale è offerto alla libertà umana

La nostra risposta libera genera la conversione.

È un cambio di mentalità e di modo di agire per cui ci si stacca dalla modalità dell’autoaffermazione di sé per accogliere la modalità del dono , quella di chi non ha paura di perdere qualcosa perché è già stato salvato dal Signore.

Da questa consapevolezza nasce, ad esempio, un atteggiamento equilibrato nei confronti dei beni terreni; uno spirito di accoglienza e ascolto verso tutti; uno stile di servizio piuttosto che di potere.

Durante la giornata accadono tanti episodi, anche piccoli, in cui si può vivere così.

Sono quelle le occasioni di salvezza che Dio ci offre.

Sono le opportunità di conversione.

È il Signore che passa.

S. Agostino diceva di avere paura di Dio quando passa.

Paura di cosa?

Di non riconoscerlo, di non vederlo, di non accoglierlo.

Se lui, che era un santo, pensava così, cosa dovremmo dire noi?

Don Umberto