La Via

La Via 5 Novembre

IMPORSI o SERVIRE (Mt 23,1-12).

La Chiesa, vista dall’esterno, assomiglia alle altre associazioni o gruppi umani al punto da trarre in inganno.

Ha delle strutture, una gerarchia (per la quale è istituito un sacramento), leggi e tribunali, organizzazioni e raduni e persino, anche se questo può scandalizzare qualcuno, delle finanze e un budget.

Come farebbe a sussistere d’altronde qui sulla terra?

Deve anch’essa servirsi dei segni di questo mondo per compiere la sua missione.

Eppure ciascuno di questi segni, appena viene usato, subito si trova segnato da una ambiguità a volte lacerante e pronta a generare ipocrisia e contestazione.

Perché il messaggio evangelico sia dato e testimoniato nella sua verità ogni segno deve prima o poi morire a se stesso.

Per questo nel Vangelo di oggi ci sono parole di Gesù che rispondono a questa domanda: come distinguere una comunità cristiana?

Come si devono differenziare non solo coloro che la guidano ma anche coloro che ne fanno parte?

Il meno che si possa dire è che Gesù non apprezza molto i segni esteriori di deferenza, non ama le lusinghe spesso ipocrite e mette bene in chiaro che il movente profondo della vita non può essere il desiderio di apparire e l’approvazione altrui.

Chi vive nella comunità cristiana ha a cuore qualcosa che va oltre il visibile e ciò a cui tende è il Regno.

Con queste parole si esprimono tutte quelle relazioni umane improntate alla carità e alla giustizia.

La realizzazione di questo stile è per noi profezia della vita che verrà dopo la nostra morte.

La fraternità che ci lega ci rende refrattari alle logiche di potere, anche quel potere quotidiano per il quale abbiamo sempre bisogno di confrontarci con gli altri per sentirci migliori.

Se abbiamo delle qualità donate da Dio, siamo chiamati a metterle a servizio e non a sfruttarle per imporre noi stessi.

Venga il tuo Regno!

Don Umberto