La Via

La Via 5 marzo

IN DISPARTE       (Mt 17,1-9).

Gesù prende con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li porta in disparte.

È come se volesse far vivere loro quella esperienza di deserto che lui stesso aveva vissuto e che abbiamo letto domenica scorsa.

Questa volta però il luogo di solitudine non è il deserto ma il monte.

Nel deserto si trova Satana; sul monte si trova Dio.

Sono due mondi diversi, sono pure due modelli diversi di vivere.

Oggi Gesù prende ciascuno di noi per condurlo sul monte e così fargli guardare le cose da un’altra prospettiva, quella dei misteri imperscrutabili dell’amore di Dio.

Vivere questo tipo di esperienza deve essere davvero straordinario se Pietro e gli altri apostoli chiesero quel giorno di poter rimanere lì per sempre.

È la magia dell’incanto di toccare il cielo con un dito; è quella sensazione di bellezza, pienezza e appagamento che a volte capita di sperimentare nella vita.

Non dura tanto, ma c’è.

Essa, per ora, non è la condizione definitiva; non è dato fermarsi, come non è possibile sognare ad occhi aperti un riparo, una protezione perpetua per ciò che si abbatte su di noi.

Però alla luce della Trasfigurazione noi possiamo imparare a stare nelle cose ordinarie con lo Spirito di chi ha già gustato la bellezza vera; possiamo attraversare la prova con la consapevolezza che si tratta del travaglio per una nuova nascita.

La Trasfigurazione ci fa coniugare il quotidiano con lo straordinario, l’abitudine con la creatività, il disordine con il progetto, la croce e la gloria, la morte e la vita.

Questa duplice tensione porta con sé inevitabilmente delle tentazioni.

Anche su questo argomento c’è continuità con domenica scorsa.

Ci sono le tentazioni del monte e quelle della pianura.

Sul monte ci si può cullare nella beatitudine personale ed egoista, con una fede disincantata e lontana dalla realtà, senza interessarsi dei fratelli e di ciò che succede nel mondo.

In pianura si può sprofondare all’apatia, nel grigiore spento e mediocre del quotidiano: continuando a lamentarsi e a spegnere ogni slancio.

Gesù vinse le tentazioni perché anche noi potessimo vincerle.

Gesù si trasfigurò perché anche noi potessimo trasfigurare il quotidiano.

Don Umberto