La Via

La Via 22 gennaio

CAMBIARE. PERCHE’?    (Mt 4,12-23).

All’inizio del tempo liturgico ordinario sentiamo risuonare forte l’appello alla conversione.

Cosa spinge a convertirsi?

Gesù dà una risposta: “il Regno dei cieli è vicino”.

L’origine della conversione quindi è una vicinanza, un legame, una relazione che Dio stabilisce con ciascuno di noi.

Questa vicinanza è la persona stessa di Gesù: egli con le sue parole e con i suoi gesti di amore misericordioso ha reso vicino il Regno dei cieli.

Per questo mi viene da pensare che queste non siano state le prime parole di Gesù, quanto piuttosto le ultime.

Dopo aver testimoniato e vissuto la cura paterna di Dio Padre, Gesù ha parlato di conversione.

Forse per questo ci è tanto difficile convertirci e cambiare il nostro modo di essere anche quando sappiamo di sbagliare: perché fondiamo tutto su noi stessi, sulla nostra forza e capacità senza prendere seriamente in considerazione l’amore di Dio che agisce dentro di noi.

Da cosa sono infatti generati i nostri cambiamenti nella vita?

A volte dai sensi di colpa che non riusciamo a sopportare; altre volte da una visione ideale che abbiamo di noi stessi e vorremmo che anche gli altri la avessero; altre volte (forse la maggior parte) dal timore di una conseguenza negativa.

Succede infatti di  cambiare qualcosa della nostra vita quando avvertiamo una minaccia.

È un primo passo, bisogna dirlo.

La paura serve anche ad evitare degli errori.

Ma non può bastare.

Il timore ci aiuta a non commettere più certi sbagli, a sospendere gesti o atti non giusti.

Ma non porta al cambiamento del cuore.

Il cuore cambia solo se percepisce una vicinanza amorevole e non minacciosa.

Un servo si comporta correttamente per paura; un figlio lo fa per amore.

È per questo che noi siamo figli chiamati a conversione.

Don Umberto