La Via 19 luglio

 ATTENDERE O AGIRE?                                                  (Mt 13,24-43).

Esattamente come dicevamo domenica scorsa anche la parabola di oggi ci lascia perplessi.

Nessun contadino tollera che la zizzania cresca e minacci il buon grano.

La zizzania va estirpata per garantirsi un buon raccolto.

Ma allora perché lasciarli crescere insieme?

Come è possibile tollerare questo rischio?

È ciò che chiedono in fondo i discepoli quando vogliono da Gesù una spiegazione della parabola.

Le parabole infatti sono dette per non essere capite e per ottenere proprio questo: una volontà di avvicinarsi di più a Gesù, e di assumere il suo sguardo sulla vita.

La zizzania quindi rappresenta il male, le situazioni di ingiustizia e di scandalo che vediamo intorno a noi e anche dentro di noi.

Accettare che il male e il bene coabitino non significa restare morti e passivi di fronte alle cose?

Non bisognerebbe invece agire subito per togliere il male?

Gesù ci mette in guardia da tutto questo perché sa che in fondo non ci vediamo perfettamente e che la dittatura del bene sarebbe una perversione terribile.

Noi non ci vediamo bene infatti quando si tratta del cuore umano, soprattutto del nostro.

Esistono virtù che lo sono solo in apparenza e che dissimulano dei vizi.

Ed esistono difetti anche evidenti che nascono da una ricerca del bene autentico.

Lasciare crescere insieme il buon grano e la zizzania come Gesù ci chiede è uno stile che necessita di molta pazienza.

È una posizione scomoda, bisognosa di un continuo discernimento.

Sempre in bilico tra l’attesa credente l’inerzia pericolosa.

A volte è anche umiliante accettare che il campo della nostra comunità e del nostro cuore si presentino sempre infestati e sfigurati dal male che non vorremmo ci fosse.

Abbiamo solo una certezza, regalataci da Gesù: il Regno cresce.

È come un piccolo seme che opera nascostamente senza che noi ce ne accorgiamo.

Il bene quindi, avanza.

Lasciamolo fiorire.

Don Umberto

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