La Via 12 gennaio

 LA TERRA PROMESSA                                                     (Mt 3,13-17).

Siamo di fronte al Giordano.

È proprio quel fiume dove Israele aveva sostato prima di entrare nella Terra Promessa.

Allora venne un uomo dal nome simile a quello di Gesù, un certo Giosuè, che guidò il popolo nel suo ingresso in quella situazione nuova.

La terra promessa: un desiderio, una luce, o una chimera?

Quella terra fu data ad un popolo perché ne godesse i frutti e perché vivesse in essa in pace.

Eppure non bastò.

Anche nella terra promessa quel popolo fu sopraffatto da egoismo e pusallinimità, da soprusi e vigliaccheria.

Scoprirono sì il latte e miele; la terra era fertile e feconda, ma i cuori erano aridi e sterili.

Non bastava la ricchezza a rendere bella la vita.

Non bastava la legge a garantire una società giusta.

Presto quel popolo si rese conto che c’era bisogno di altro perché quella fosse davvero una terra promessa.

Senza il cambiamento del cuore, senza la conversione della mente, la loro terra sarebbe rimasta come una prigione.

Forse per questo tornavano al Giordano per farsi battezzare.

Ritornare alla sorgente per ricominciare da capo dopo essersi purificati: questo era il loro desiderio.

Niente cambia infatti se non cambiano le persone interiormente.

Quel giorno però, al Giordano quel popolo trovo un altro Giosuè, il cui nome era Gesù, pronto a prendere per mano questo popolo di peccatori per accompagnarli nella nuova e definitiva terra promessa.

Che non è un luogo ma una persona: la sua.

Perché non esistono luoghi belli se questa bellezza non è già dentro di noi.

Non esistono città ideali senza cuori umani innamorati della giustizia e della solidarietà.

Da quel giorno il Battesimo, anche il nostro, cambiò di significato.

Non più e non solo una purificazione dai peccati, ma una partecipazione alla persona e alla vita stessa di Gesù essendo stati uniti a Lui per sempre.

È nella condizione di figli amati che cambia la nostra percezione delle cose.

Cambiano anche i nostri cuori.

E potrebbe cambiare la nostra terra.

Don Umberto

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