La Via

La Via 19 maggio

LA VERITA’ DI UN DISTACCO (Gv 13,31-35)_

Giuda esce dal cenacolo.
Così si apre la pagina evangelica di oggi.
La scena è fortemente simbolica: qualcosa si è rotto tra Gesù e quel discepolo che prima lui stesso aveva scelto.
Qualcosa si è rotto solo con lui, oppure anche con gli altri si sta consumando un distacco?
Da lì a poco Pietro lo rinnegherà e tutti gli altri fuggiranno.
Sembra quindi che nel cuore dei discepoli siano già presenti quei segni di dubbio e di paura che poi porteranno alla fuga.
Come si comporta Gesù? Lui che leggeva nei cuori e sapeva quello che c’era in ciascuno, cosa fa?
Il Signore dice che quello è il momento della sua “gloria”.
Perché l’uscita di Giuda, il suo tradimento, non distruggono l’opera di amore e di riconciliazione compiuti da Gesù, ma li portano addirittura a compimento.
Gesù sembra inerte di fronte alla scelta di Giuda, ma questa inerzia non è segno di debolezza quanto piuttosto di forza.
Egli ama senza condizioni.
Proprio per questo lascia ai suoi il comandamento dell’amore.
E lo fa con un tono di tenerezza: li chiama infatti “figlioli”.
Si esprime con loro in questo tono affettuoso proprio mentre li sta accompagnando a diventare grandi.
Crescere infatti significa sapere vivere i distacchi non solo come perdita, ma anche come occasione di emancipazione.
Per i discepoli è giunto il momento del distacco da Gesù: essi sono come adolescenti che si distaccano dalla madre.
Avvertono questo distacco e ciò pesa sul loro cuore.
Ma questo sarà il passaggio dalla dipendenza alla vera comunione: non solo nei confronti di Gesù ma anche tra di loro.
Il comandamento di Gesù infatti è un comandamento nuovo. E la novità consiste appunto in questo: che d’ora in avanti l’amore non sarà più legato alla conoscenza, alla simpatia, all’attrattiva facile e spontanea che lega le persone le une alle altre.
Il legame nuovo, quello che consente di amare senza pentirsene, è quello che Gesù ha istituito tra loro.
Lo stesso che il Signore fa con noi.
Egli ci consenta di vivere questo reciproco amore.

Don Umberto