La Via

La Via 19 novembre

SENZA PAURA           (Mt 25,14-30)

A volte mi sembra che il tipo di realtà in cui viveva Gesù non fosse poi così diverso dal nostro.

Nel Vangelo di oggi, per esprimere il valore di una persona si usa l’immagine del talento cioè i soldi di allora.

Ieri come oggi, la triste considerazione che l’economia è il fulcro di tutto e che tu vali se produci.

Forse Gesù l’ha fatto per farsi capire.

Per lasciare intendere che ciascuno nelle vita ha un compito. E che questo compito è strettamente legato al dono ricevuto.

Il compito è il senso che rende la nostra vita degna di essere vissuta.

Nessuna vita è senza senso proprio perché nessuna vita è senza compito.

In agguato, accanto al compito ricevuto, ci sta molto spesso la paura.

La paura di fallire, di non essere capiti, di non rispondere alle aspettative, nostre e altrui.

Nella paura di non realizzare la nostra missione si annida anche la paura di non avere i talenti per poterlo fare.

Esistono infatti talenti visibili, capacità che ciascuno ha, evidenti agli occhi di tutti.

Ma esistono pure talenti invisibili, radicati nel profondo che solo Dio conosce.

A volte nemmeno noi conosciamo questi nostri talenti nascosti.

Perdiamo tempo a confrontarci con gli altri, come a dover compensare un senso di inferiorità percepita senza curare invece quei doni preziosi, unici, che Dio ha fatto solo a noi.

Il dubbio sui doni ricevuti infatti è facilmente un dubbio su colui che li ha donati.

Così, se dubitiamo di noi stessi, spesso è perché dubitiamo dell’amore di Dio per noi

È qui che si gioca la differenza tra i primi due servi della parabola e il terzo.

I primi due non hanno dubitato di Dio né di se stessi. Hanno avuto fiducia.

Il terzo invece paura.

Una paura tanto simile a quella del primo uomo, Adamo, dopo il suo peccato nel paradiso terrestre.

È in questa mancata fiducia la radice del suo non portare frutto.

Sono sempre più convinto ormai, che ogni problema che una persona ha con se stessa è un problema che ha con Dio.

Il quale ha nascosto pure Lui qualcosa sotto terra. Ma non un talento, bensì un seme.

Lasciamolo fiorire.

 

Don Umberto