La Via

La Via 21 maggio

SPERARE INSIEME (Gv 14,15-21)

Qual è la speranza che è in noi?
Di essa parla la seconda lettura, in cui l’apostolo Pietro ci esorta: “sappiate rendere ragione della speranza che è in noi”.
Bisogna cercarla quindi, questa speranza.
Sperare di vivere a lungo?
Sperare che i nostri figli siano felici?
Sperare che si esca dalla crisi?
Sembra retorico a volte parlare di speranza. È una parola rarefatta, evanescente. Avere speranza sembra l’ultima spiaggia di chi ha esaurito le possibilità a sua disposizione.
A guardare il mondo ci sembra più pertinente la situazione in cui si trovano i discepoli al momento di quell’ultima cena che contestualizza le parole del Vangelo.
Essi temevano di rimanere orfani.
Orfano non è solo chi perde il padre o la madre.
Orfano è, più in generale, chi è privo di presenze che garantivano il carattere buono e affidabile del mondo.
Senza queste presenze, senza questi punti di riferimento, ci si sente smarriti.
E oggi, se mi guardo intorno,chi mi garantisce questo carattere affidabile del mondo?
Il senso di insicurezza che ci abita dipende da un mondo che è realmente diventato peggiore o da una mancanza di riferimenti certi?
Ma essi davvero non esistono o siamo noi a non permettere che si rivelino?
Troppe domande, mi rendo conto.
Gesù promette ai suoi (a noi) che non li lascerà orfani.
Essi quindi avranno questa indispensabile garanzia per stare al mondo bene.
Sarà lo Spirito santo ad offrire loro questa presenza consolante.
E lo Spirito verrà loro osserveranno i comandamenti.
Eccolo, secondo me, il punto.
C’ è una sensazione di sconforto, di orfanità che ci prende quando non siamo vicini a Dio.
Una desolazione che giunge allorché non curiamo la nostra vita spirituale.
Ci sono tristezze che sono frutto di negligenza religiosa più che di accadimenti esterni negativi.
E c’ è invece un dono di consolazione che rende la speranza motore di ogni decisione.
Il Signore elargisca questo dono a chi osserva la sua Parola.

Don Umberto