La Via

La Via 15 marzo

DALLA CROCE LA LUCE (Gv 3,14-21)download50

Quando ancora era buio Gesù parlava con Dio.
Ma a volte anche con gli uomini.
A volte anche il Signore lasciava che le sue notti fossero occupate non dal sonno ma da parole vere, dette a chi ti sta a cuore.
Fu così con Nicodemo; un colloquio notturno destinato ad entrare nella storia, ad essere trasmesso a generazioni di credenti come simbolo di quella ricerca spirituale, di quella lotta tra la luce e le tenebre che dà sapore all’esistenza.
Il brano evangelico di oggi è parte di quel memorabile colloquio.
Forse proprio perché avvenne di notte, grande è il risalto sul tema del vedere.
Bisogna purificare lo sguardo, aguzzare la vista per vedere anche di notte.
Ma bisogna anche sapere dove volgere lo sguardo.
Le parole che Gesù disse a Nicodemo lo chiariscono anche a noi. Sono parole di luce.
Luce dentro quando il buio è fuori.
Lo sguardo bisogna rivolgerlo a colui che sarà innalzato da terra, al crocefisso.
È solo lì che troveremo luce.
Cosa pensiamo quando guardiamo il crocefisso?

Certo la risposta è estremamente personale, ciascuno ne ha una nel profondo del cuore.
Quando contemplo questo miracolo delle braccia aperte del Signore io penso a quanto sia vulnerabile l’amore.
La croce ci parla di questa vulnerabilità di Dio e degli uomini.
Se tu ami sei allo scoperto, puoi soffrire, anche tu sei vulnerabile.
Ci sarebbe un modo sicuro, infallibile, per non soffrire, per non rimanere feriti: quello di non amare, di non esporsi facendosi una corazza.
Meno male che Cristo non l’ha fatto!
Ma anche altro mi affiora alla mente e mi abita il cuore se guardo Gesù in croce.
Penso a quanto sia imperfetta e parziale la nostra idea di Dio, il nostro senso di onnipotenza.
Gesù fu ucciso in nome di Dio, da chi pensava di essere dalla parte di Dio.
Quanti danni si fanno in nome di Dio!
Quanto infantile è il nostro bisogno di inquadrare Dio, di definirlo, di manipolarlo.
Egli che è più grande di ogni nostro pensiero finisce chiuso nei nostri orizzonti.
E la croce, per fortuna, sta lì a smentire tutto questo.
Infine penso a quanta forza ci sia in quell’amore che va fino in fondo.
E al bisogno che abbiamo di sapere che Dio non si tira indietro, non ci rinnega, non si allontana.
Noi cristiani guardiamo uno strumento di morte e pensiamo alla vita. Guardiamo la sofferenza di Dio e pensiamo all’amore.
Davvero i nostri occhi hanno trovato una luce nel buio.
Don Umberto e Don Stefano