La Via

La Via 4 maggio

IL GESTO DELLA DEDIZIONE (Gv 21,1-14).

Gesù appare ai discepoli tornati in Galilea al loro lavoro di pescatori.

Diversi motivi si intrecciano in questo racconto. Anzitutto l’interessante contrapposizione tra Pietro e il discepolo prediletto.

Ambedue vedono lo sconosciuto sulla riva, però è il discepolo prediletto che riconosce per primo il Signore.

Dall’altra parte, è Pietro che prende l’iniziativa di andare a pescare (v.3), corre per primo incontro al Signore (v. 7), trae a riva la rete piena di pesci (v. Il).

Sembra dunque che l’evangelista voglia esaltare — da punti di vista differenti — ora l’uno ora l’altro: il discepolo amato per la chiaroveggenza nel riconoscere il Signore, Pietro per la prontezza e la generosità nel servizio.

La chiaroveggenza nell’amore e la prontezza del servizio sono due caratteristiche del discepolo di Gesù.

Ma un motivo ancora più interessante presente nella pericope è il racconto della pesca, il cui significato ecclesiale è molto chiaro

Il miracolo della pesca allude alla missione.

La fatica notturna dei pescatori è stata vana: Gesù aveva detto «senza di me non potete far nulla» (15,5).

Ma con Gesù tutto cambia: rigettano la rete e questa volta la ritirano piena di centocinquantatré grossi pesci.

L’episodio è una parabola della futura missione: vuota senza Cristo, fruttuosa con lui.

È la parola del Signore che riempie le reti, e sarà sempre la sua Parola che renderà efficace in ogni tempo la missione dei discepoli.

La comunità cristiana non lo dimentichi mai.

Infine un terzo motivo importante: tutti riconoscono il Signore quando egli dice: «Venite a mangiare».

Riconoscono il Risorto quando ripete uno dei gesti più simbolici di tutta la sua vita terrena: il servizio a mensa. Gesù distribuisce il pane e i pesci (21,13), un silenzioso memoriale della moltiplicazione dei pani e dell’ultima cena.

Il Risorto si fa riconoscere nel gesto della dedizione, che è stata la verità del suo intero cammino.

La nota della dedizione appartiene al Gesù terreno e al Signore risorto.

È l’identità che lo accompagna in ogni sua condizione di vita e che rivela chi egli sia veramente.

Al brano sin qui commentato segue un dialogo fra Gesù e Pietro (21,15-19).

È un testo molto noto.

Affidandogli l’incarico di pascere il suo gregge, Gesù chiede a Pietro l’amore, non altro.

Certo Pietro deve amare anche il suo gregge, deve guidarlo e servirlo.

Ma la condizione per svolgere questo incarico è anzitutto quella di amare Gesù.

Bruno Maggioni