Anno pastorale 2021-2022,  Avvento,  Lectio

Lectio Avvento 2022

“OLTRE LA MORTE LA VITA”.

Testi per riflettere: 1 COR 15,12-22.

Ora, se si annuncia che Cristo è risorto dai morti, come possono dire alcuni tra voi che non vi è risurrezione dei morti? Se non vi è risurrezione dei morti, neanche Cristo è risorto! Ma se Cristo non è risorto, vuota allora è la nostra predicazione, vuota anche la vostra fede. Noi, poi, risultiamo falsi testimoni di Dio, perché contro Dio abbiamo testimoniato che egli ha risuscitato il Cristo mentre di fatto non lo ha risuscitato, se è vero che i morti non risorgono. Se infatti i morti non risorgono, neanche Cristo è risorto; ma se Cristo non è risorto, vana è la vostra fede e voi siete ancora nei vostri peccati. Perciò anche quelli che sono morti in Cristo sono perduti. Se noi abbiamo avuto speranza in Cristo soltanto per questa vita, siamo da commiserare più di tutti gli uomini.

Ora, invece, Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti. Perché, se per mezzo di un uomo venne la morte, per mezzo di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti. Come infatti in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti riceveranno la vita.

 RM 8.11-17

E se lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi. Così dunque, fratelli, noi siamo debitori non verso la carne, per vivere secondo i desideri carnali, perché, se vivete secondo la carne, morirete. Se, invece, mediante lo Spirito fate morire le opere del corpo, vivrete. Infatti tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, questi sono figli di Dio. E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: «Abbà! Padre!». Lo Spirito stesso, insieme al nostro spirito, attesta che siamo figli di Dio. E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se davvero prendiamo parte alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria.

 RIFLESSIONI CARD. C.M. MARTINI

L’inizio della risurrezione universale

La risurrezione, centro della fede cristiana, riguarda proprio il corpo e si fonda sull’esperienza di Gesù risorto. La sua e la nostra risurrezione sono così intimamente connesse che non è vera l’una senza l’altra.

La risurrezione di Gesù, infatti; è per noi; è l’inizio della risurrezione universale dei morti.

L’intera storia è vista come un travaglio che genera la creatura nuova.

E la stessa creazione attende con impazienza, “geme e soffre le doglie del parto”, aspettando di venire alla luce della gloria dei figli di Dio, alla redenzione del corpo (cfr. Rm 8,19-24).

Nulla a che fare con la teoria della reincarnazione che nega la risurrezione del Corpo in quanto lo considera un peso da cui liberarsi.

Il mattino di Pasqua

II mattino di Pasqua è venuto alla luce il capo, Cristo. Segue il corpo, che siamo noi. Lui è il primo che ha vissuto una vita che va oltre la morte, è il primogenito tra molti fratelli, il primogenito di coloro che risuscitano dai morti.

La risurrezione è la bellezza di Dio partecipata all’uomo e, in lui, a tutta la creazione: sono i cieli nuovi è la terra nuova contemplati da Isaia (65,17), dove tutto ha lo stupore di un perenne mattino che non conosce tramonto, di una gioia sorgiva e perenne.

Finalmente l’uomo Inquieto, che non trova «niente di nuovo sotto il sole», come dice Qoèlet (l ,9), scopre quella novità inaudita che da tempo va cercando.

È una «visione» che supera la nostra immaginazione, ma è anche il sogno segreto del nostro cuore.

Qui e ora

Ma l’eternità, la vita nuova e definitiva è già entrata, con la morte e risurrezione di Gesù, nella mia esperienza.

È da me vissuta, qui e adesso, nell’indistruttibilità dei gesti che compio: di amore, fedeltà, perdono, amicizia, onestà, libertà responsabile. Gesti nei quali supero misteriosamente il tempo raggiungendo l’eternità nella misura in cui mi affido alla vita e all’eternità del Crocifisso risorto che ha vinto la morte.

È bello pensare che posso riscattare l’angoscia del tempo, la storia del mio corpo, con atti di dedizione che hanno un valore definitivo, depositato nella pienezza del corpo risorto di Cristo! È bello pensare che ogni parola che dico nella preghiera è un mattone lanciato nell’eternità per costruire la dimora che non ha fine.

Trasfigurati e trasformati in Dio

L’ amore è il codice di vita di Dio, che comanda e informa. Se ascolto la sua Parola, vengo a poco a poco trasformato e trasfigurato in lui e, con la risurrezione del corpo parteciperò della sua vita.

Il mio corpo non è dunque semplicemente uno strumento per ascoltare e dire la Parola: gli dà la sua stessa vita.

«Il Verbo si è fatto Carne» (Gv 1,14)

E proprio il mio corpo terreno che riceverà quale principio vitale lo spirito di Dio, che sarà completamente compenetrato dallo Spirito Santo.

Dal momento che Cristo, la Parola eterna del Padre, si è fatto carne, la mia carne verrà divinizzata. L’evento dell’incarnazione del Figlio di Dio annuncia già che i nostri corpi mortali sono destinati a risorgere.

«Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno» (Gv 11 ,25-26).

A proposito dell’eucaristia Gesù aveva affermato: «Chi mangia la mia carne io lo risusciterò» (Gv 6 ,54).

Il racconto della trasfigurazione

Per comprendere meglio il destino del nostro corpo, vorrei ricorrere al racconto della trasfigurazione di Gesù!

L’evangelista Luca, non sapendo in quale modo indicare la gloria del corpo di Gesù, dice che le sue vesti divennero luminose come la folgore e che la figura del suo volto «cambiò d’aspetto», divenne altro (Lc 9,29). Risplendette cioè di una bellezza che è «altro» rispetto a quanto noi conosciamo: era la bellezza di Dio, del Santo.

È importante sottolineare che, nel mezzo della sua vita sulla terrà, il corpo di Gesù rivelò la sua gloria nascosta, riverbero anticipato di quella finale che si manifesterà nella risurrezione.

La luce divina si comunica al corpo non solo al termine del cammino; tutta la vita è un lento cammino di illuminazione progressiva, che pervade ogni giorno sempre più la nostra esistenza quotidiana.

 ESERCIZIO SPIRITUALE

 Richiamare alla memoria e pensare cose che inducono a piacere; allegria e letizia spirituale, come, ad esempio, al paradiso.

Usare della luce o delle comodità della stagione, come, nella primavera e nell’estate del fresco e, nell’inverno, del sole e del caldo, in quanto l’anima stima o congettura che ciò possa  aiutarla a godere nel suo Creatore e Redentore.

Lectio don Stefano