La Via

La Via 6 marzo

SENZA POTERE.
(Lc 4,1-13).

Ci sono due icone bibliche ad aprire la Quaresima di quest’anno.
Da una parte quella (consueta) delle tentazioni di Gesù; dall’altra quella (occasionale) di Mosè dinnanzi al roveto ardente.
Entrambe le scene si svolgono nel deserto, tipico ambiente quaresimale; in entrambi i casi un essere umano in carne ed ossa ha a che fare con una presenza invisibile e spirituale: Cristo con Satana, Mosè con Jahvé.
Al nostro cuore infatti parla sia lo spirito buono che lo spirito cattivo ed è importante fare discernimento tra i due.
Ci sono voci che vanno ascoltate e voci che vanno messe a tacere.
Per compiere entrambe le scelte è necessaria una disponibilità di fondo, una umiltà e una povertà interiore che mi sembra accomunare Gesù e Mosè.
Entrambi non hanno nessun potere in quel momento; entrambi stanno in un luogo inospitale, forti solo della loro fede.
Ed è stile quaresimale, simboleggiato dal digiuno, questo presentarsi davanti a Dio vuoti perché Lui possa donarsi e rivelarsi a noi.
Quella condizione di deserto (che tanto spesso è interiore) di cui abbiamo paura è il luogo scelto dal Signore per venirci incontro.
C’è da andare a fondo nelle proprie miserie per fare una autentica Quaresima e per trovare la giusta direzione di noi stessi.
Tutto ciò coincide con la rinuncia al potere.
Non si può fare a meno di contestualizzare la condanna del potere da parte di Gesù e l’allergia ad esso da parte di Mosè!
Come messaggi forti per questo nostro mondo su cui spirano venti di guerra.
È solo la volontà di potere e di dominio a generare immani catastrofi.
Potrà mai l’uomo essere capace di rinunciarci?
Dal potere spicciolo e quotidiano della nostra vita a quello dei grandi della terra si arriverà mai a comprendere che solo il servizio è salvifico?
A volte non riusciamo a rispondere positivamente a questa domanda.
Ci pare che la natura dell’uomo non possa cambiare e che sempre, pur essendo fragile carne, voglia sentirsi come Dio.
Se Quaresima è tempo di conversione, che vera conversione sia per tutti.

Don Umberto