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Omelia domenica 8 marzo
La parola più importante, quella che regge le altre nove, è la prima: “Io sono il Signore che ti ha liberato dall’Egitto, non avrai altro Dio”. Che significa “non avrai altro Dio che il tuo liberatore: non fare di me un Dio diverso dal Dio che ti libera, non mi ridurre a un Dio che ti rimette in schiavitù”. Al Signore Gesù che conosce ciò che c’è nel nostro cuore chiediamo la liberazione da inutili paure.
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Omelia domenica 1 marzo
A noi cristiani però è offerta una alternativa: trasfigurare. Significa scorgere una traccia di luce persino nella situazione più opaca e scoprire che quella luce è solo un anticipo di tutto il bene che è nel nostro destino di figli dell’unico Padre. Gesù si trasfigurò davanti ai suoi discepoli proprio per rendere più salde le motivazioni della loro sequela in un momento di grande difficoltà. Senza motivazioni profonde è difficile infatti accettare la realtà quando è frustante, è difficile fare scelte importanti. Ma da quel giorno i discepoli seppero anche chi realmente era il loro Maestro e quale destino di gloria li attendeva. Ripresero la vita di sempre, tornarono a…
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Omelia domenica 22 febbraio
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Marco 1,12-15. Subito dopo lo Spirito lo sospinse nel deserto e vi rimase quaranta giorni, tentato da satana; stava con le fiere e gli angeli lo servivano. Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù si recò nella Galilea predicando il vangelo di Dio e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo».
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Dipinto di Quaresima 2015
L’ Unzione di Betania: Mosaico della Cappella: Casa Incontri Cristiani Capiago – Como. Padre Marko Ivan Rupnik. Commento al mosaico di don Umberto Nel vangelo di Marco 14,3-9 si dice che la donna, qui rappresentata in piedi accanto a Cristo, “ruppe il vasetto di alabastro e versò l’unguento sul suo capo” (14,3). C’è qualcosa che viene rotto (il vaso) e qualcosa che esce (l’unguento). Si può vedere un richiamo alla crocifissione, dove anche lì qualcosa viene rotto (il costato) e qualcosa esce (il sangue e l’acqua). La donna ha la mano sul cuore, per indicare il suo cuore contrito. Il vasetto è rotto, e lei unge Cristo…
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Omelia domenica 15 febbraio
E anche quel giorno fu così: per guarirlo Gesù lo toccò e non ne aveva bisogno. Normalmente bastava la sua parola a guarire. Ma stavolta no. A chi aveva osato bisognava rispondere con un gesto che osasse altrettanto, che osasse il contagio, che sfidasse la paura e le maldicenze successive della gente: Gesù è impuro! Ha toccato un lebbroso! Ma se si ama qualcuno senza rischiare niente che amore è? Sono convinto che quel giorno il lebbroso comprese che essere amato era tanto prezioso quanto l’essere guarito. Le nostre regole, le nostre convenzioni ci servono. Danno ordine alla vita, alla società, alla chiesa. Ma a volte infrangerle, osare superarle, è…
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Omelia domenica 8 febbraio
Quando la pressione era troppa, quando le richieste erano eccessive, anche lui ha detto ai suoi “andiamocene altrove”. L’”altrove” di Gesù era innanzitutto la sua preghiera, il luogo in cui lasciar risuonare la sua interiorità di Figlio a colloquio con il Padre suo. La preghiera era condizione imprescindibile per non essere prosciugato dalle urgenze e dalle necessità. Ma era anche l’ambito in cui operare una scelta: decidere che la sua immersione e le sue giornate sarebbero state piene di gente bisognosa, di una umanità dolente e sofferente. Era questa la sua immersione preferita. Anche Gesù spesso “il male di vivere ha incontrato”; spesso ha sentito risuonare parole come quelle di…