La Via

La Via 23 novembre

ASSOPITI O SALVATI   (Mt 25,31-46)download50

Ancora il giudizio universale.
La scena si ripete: poche settimane orsono l’abbiamo meditato nella liturgia della commemorazione dei defunti.
”Repetita juvant” dice il proverbio latino, le cose ripetute giovano.
Ci giova tornare su questa pagina perché sul tema del giudizio siamo come addormentati. Il sonno di chi non pensa e non riflette; il sonno di chi non vigila e non pondera la qualità dei gesti che compie.
Non so voi, ma io mi reputo un sonnolento, uno che sta lì, sempre sulla soglia dell’assopimento spirituale. Ci vuole un attimo a sprofondare: dipende da noi, ma anche dallo stile di Dio.
È scritto infatti nel Vangelo di oggi “Quando il figlio dell’uomo verrà nella sua gloria …”
E il verbo è al futuro: “verrà”.
Non “viene oggi” il Signore nella sua gloria. La sua gloria oggi è nascosta.
Dio non ha manifestazioni evidenti, chiare e gloriose. Forse sarà questo a farci appisolare: Gesù non lo vedi, la sua gloria non la vedi.
E nemmeno il tuo futuro vedi. Non vedi, non tocchi con mano il momento del giudizio. E così credi che in fondo non sia reale.

Altre cose sembrano reali e ci assorbono completamente: provvedere alla nostra vita, sfuggire alla morte e ai suoi simboli, conservare se stessi. Sappiamo che è illusorio, eppure lo facciamo. Sappiamo che nessuno, per quanto si dia da fare, potrà riscattare la propria vita dallo strapotere della morte.
Se ci fosse qualcuno che ci strappasse da questo potere!
Qualcuno c’è.
Qualcuno che ha detto che a certe condizioni la morte è solo un passaggio; qualcuno che ci strappa dalla sua tirannia per farci entrare nella condivisione di un regno.
“Avevo fame e mi avete dato da mangiare,
avevo sete e mi avete dato da bere …”.
Eccole le condizioni, ecco le opportunità per guadagnarsi la vita!
Ogni giorno noi sperimentiamo la regalità di Cristo, perchè ogni giorno ci viene offerta la salvezza.
Quando infatti aiutiamo chi è nel bisogno chi si salva in realtà?
Chi sperimenta la salvezza, colui che riceve il beneficio o colui che lo opera?
Avremmo bisogno di farli più spesso questi pensieri per uscire dalla sonnolenza.
Avremmo bisogno di considerare attentamente l’esito finale della nostra vita terrena.
Magari per scoprire che anche la gloria di Dio non è poi così nascosta: è nel corpo dei malati, è nel cuore di coloro che sono soli, è nella vita di quelli che non hanno niente.
Don Umberto e Don Stefano