La Via

La Via 30 marzo

SALIVA                   (Gv 9, 1-41).download50

 

Fa un po’ schifo, lo so. La saliva, intendo.

Bisognerebbe non parlarne, ma non posso farci nulla, leggo il Vangelo e mi colpiscono i particolari.

Quando uno sputa per terra ci fa senso; la saliva non piace per niente: quella che si tramuta in catarro, quella che senti nella tosse degli anziani.

Neanche quella del portiere sui guanti, anche se è scaramantica: magari poi il rigore lo para davvero.

Solo per gli innamorati quando si baciano la saliva non conta nulla, anzi è quasi preziosa: ci si scambia il respiro, ci si scambia la vita.

Perché può anche essere preziosa questa cosa che ci fa schifo. Preziosa come la saliva di Cristo.

Uno sputo per terra, un po’ di polvere che si fa fango e poi… la luce!

Normalmente ci saremmo girati dall’altra parte, ma stavolta no.

Perché non può non conquistarci chi è in grado di trasformare ciò che a noi non piace  in uno strumento di salvezza.

Nessuno pensava che in un po’ di saliva fosse nascosta la luce.

E invece è proprio così. E le cose si ribaltano, i ruoli si scambiano, la realtà si rivela per quella che è.

Ciechi sono gli apostoli nel loro goffo tentativo di dare soluzioni semplicistiche al problema del dolore e della sofferenza; ciechi sono i farisei, irrigiditi nelle loro regole morali inadatte ad accogliere la complessità della vita; ciechi sono i genitori dell’uomo guarito, bloccati dal giudizio altrui e incapaci di libertà nelle scelte.

Si salva solo il cieco nato, in tutti i sensi. È l’unico beato, lui che si fida di Gesù senza vederlo; “beati quelli che pur non avendo visto crederanno”.

La religione rende ciechi e benda gli occhi, la fede permette di vedere.

Ma non una vista qualsiasi: quella, invece, che viene dalla luce più profonda, quella che non fa solo osservare, ma comprendere e poi credere.

Credere che quell’uomo di Nazareth non è solo un uomo ma Cristo, credere che la legge non è tutto, credere che quei genitori sono solo quelli biologici: altri saranno veri padri e madri spirituali.

A questo sguardo tutto si apre, tutto si rivela, soprattutto il cielo.

In fondo, a pensarci bene, la prima cosa che il cieco vide una volta guarito fu l’acqua.

Era come la saliva. Ma molto più cristallina!

 

Don Umberto e Don Stefano