La Via

La Via 7 maggio

NON TURBATEVI      (Gv 14,1-12).

L’evangelista Giovanni dedica una parte consistente del suo Vangelo agli ultimi giorni della vita di Gesù.

In proporzione gli avvenimenti della passione occupano lo spazio più rilevante delle sue narrazioni evangeliche.

Per lui è fondamentale sottolineare il fatto che dal modo in cui Gesù muore si capisce anche tutto il resto della sua vita.

Ed è così che i capitoli dal 13 al 20 si riempiono di gesti e parole che hanno tutto il sapore di un testamento spirituale.

Quelle ascoltate oggi fanno parte d questo testamento.

Gesù arriva alla fine dei suoi giorni portando nel cuore la preoccupazione non per sé stesso ma per coloro che gli sono vicini.

Così come aveva vissuto anche alla fine Gesù pensa agli altri e non a sé.

Lo fece anzitutto con queste parole:

“Non sia turbato il vostro cuore”.

Sono parole che oggi riporto a noi perché il Signore sa che il cuore si turba e che i peggiori turbamenti nascono dalla sensazione di non farcela, del sentirsi soli e senza punti di riferimento davanti a quel che accade.

Ci turba il fallimento, la solitudine, l’eventuale perdita delle persone più care.

Ci turba la fragilità nostra e di coloro che amiamo.

A volte ci turbano i cambiamenti a cui non siamo preparati e le troppe aspettative che ci scaricano addosso.

Gesù oggi ci dice di non farci schiacciare da tutto questo.

Non solo ce lo chiede ma ci offre anche il modo perché ciò si realizzi: “abbiate fede in me” e “vado a prepararvi un posto”.

Sono parole che ci chiedono di non appoggiarci a noi stessi ma a lui, perché la liberazione dal turbamento passa attraverso l’affidamento.

Affidarsi a Gesù è come tendere una mano e sentire che egli la stringe per tenerci accanto a sé.

È questo il senso della metafora del posto riservato per noi.

Significa che la nostra vita, il nostro essere più profondo, hanno valore e sono preziosi per Dio.

Abbiamo bisogno di sentirci dire tutto questo; quando siamo bambini e quando siamo anziani.

Ma anche quando siamo adulti.

Perché questa certezza è il motore della vita.

Don Umberto