La Via 11 settembre

IL CORAGGIO DELLA LIBERTA’ (Lc 15,1-32).

Subito ci viene da pensare al tema della misericordia.
E, in effetti, le tre parabole di oggi parlano proprio di questo.
Anche nella prima lettura Dio usa misericordia al popolo di dura cervice, un popolo di idolatri.
A me il tema sembra un po’ scontato, trito e ritrito e non vorrei finire nella retorica del “cercare i lontani”.
I lontani sono già molto vicini e i più lontani siamo noi che ci crediamo vicini.
Per questo preferisco lasciarmi sedurre da un tema ugualmente presente anche se apparentemente secondario: quello della libertà.
Il figlio minore della parabola agisce in modo libero andandosene di casa.
E il padre rispetta la sua libertà.
Altrettanto liberamente al suo ritorno il padre lo accoglie e fa festa (mentre il figlio voleva un altro trattamento).
Anche nella prima lettura Dio si mostra libero di cambiare idea nei confronti del popolo (e spesso nell’Antico Testamento è Dio a cambiare e non gli uomini).
Lo stesso popolo liberamente aveva deciso di adorare il vitello d’oro.
Chi non è libero è il figlio maggiore della parabola.
Egli definisce se stesso come “servo” e perciò è incapace di gioire e di festeggiare.
Questo dono della libertà è il più grande regalo che Dio ci ha fatto.
Occorre sempre prenderne coscienza e sapere che questa libertà ha un prezzo.
E di tutte la più grande, la più difficile è la libertà dell’immagine di sé che ci siamo costruiti o che gli altri ci hanno cucito addosso.
Col passare del tempo è come se entrassimo in un personaggio di cui poi si conosce perfettamente il modo di vivere, di agire e di pensare.
Liberarsi da questo ruolo è difficile: però a volte proprio qui sta la conversione.
Convertirsi alla libertà.
A questo siamo chiamati.
Di fronte a Dio noi siamo liberi di fare quello che vogliamo.
Importante è volere veramente quello che facciamo.

Don Umberto

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