La Via

La Via 20 febbraio

I NOSTRI NEMICI.
(Lc 6,27-38).

Abbiamo dei nemici noi?
Quando si può dire che una persona è nostra nemica?
La figura del nemico di cui parla l’evangelista Luca è, possiamo dire, quotidiana, normale: non si tratta del persecutore, ma più semplicemente di chi sparla di noi, ci odia e ci maltratta.
Le esemplificazioni concrete sono numerose, e vanno al di là dello stretto ambito del nemico: si parla infatti non solo di chi odia, percuote, ruba, ma anche di chi chiede un prestito senza avere poi la possibilità di restituire.
Luca è particolarmente interessato a sottolineare la gratuità dell’amore.
Le motivazioni che giustificano l’amore al nemico sono due: distinguersi dai peccatori ed essere figli dell’Altissimo.
Si tratta di comportarsi come il proprio Dio, «benevolo verso gli ingrati e i malvagi».
L’aggettivo «benevolo» in greco dice l’amore attento, accogliente, mite, che non fa pesare ciò che dona.
E «ingrato» (sempre in greco) sottolinea una volta di più come nell’atteggiamento proposto vi sia assenza di ogni pretesa di reciprocità.
Non si ama il lontano perché si avvicini.
Lo si ama perché si vuole prolungare sino a lui la benevolenza di Dio.
So benissimo che questa è una pagina sconcertante, a tanti sembra addirittura impossibile.
Non a caso Gesù chiarì subito che era un discorso fatto a chi aveva il desiderio reale di ascoltarlo.
Potremmo accettare queste parole solo quando ci rendessimo conto di quanto sia necessaria nella nostra società la riconciliazione.
Senza un minimo di riconciliazione il mondo non sta in piedi.
Un vecchio rabbino soleva dire che quando Dio creò il mondo, non riusciva a farlo stare in piedi.
Poi creò il perdono, e il mondo stette in piedi.

Don Umberto