La Via

La Via 23 gennaio

 NON SONO FAVOLE.

(Lc 1,1-4;4,14-21).

 

Luca era originario dell’attuale Turchia.

Dicono fosse un medico, forse anche un pittore.

Da pagano divenne cristiano grazie all’incontro con San Paolo.

La predicazione di quest’ultimo, la sua energia e il suo carisma folgorarono Luca a tal punto da indurlo a diventare il suo segretario.

Mi piace pensare che una tra le cose che più lo colpirono ci fosse proprio ciò che è scritto oggi nella seconda lettura: Dio dà valore a ciò che non ne ha e difende le parti più deboli.

Un capovolgimento della logica del mondo e della legge del più forte che non poteva lasciare indifferente un uomo come lui che aveva fatto della cura degli altri il suo mestiere.

Sta di fatto che, una volta staccatosi da Paolo, Luca intraprese un viaggio.

Un viaggio di ricerca che lo portò a scrivere il suo Vangelo dopo aver accuratamente vagliato le fonti per dare solidità e veridicità ai suoi racconti.

Le poche righe in cui dice tutto ciò sono quelle udite nel Vangelo di oggi.

In esso non ci sono favole.

C’è la verità.

Non solo dei fatti storici, ma anche la verità che si misura dai frutti e dalle conseguenze che una parola o un gesto genera nella nostra vita.

Il vero e il bene infatti coincidono.

Se una parola genera il bene, quella è una parola vera.

E perché sia vero bene deve essere buono l’inizio, il mezzo e l’esito di ciò che facciamo e diciamo.

Il Vangelo è così.

A dispetto di tante parole vuote che ci capita di sentire oggi: parole false, inesatte, manipolate ad arte per essere date in pasto ad una opinione pubblica impaurita e incapace di custodire quello spirito critico che ci rende persone libere.

“Esaminate tutto, trattenete ciò che è buono”.

Così è scritto nella Bibbia.

San Luca lo ha fatto nel suo viaggio di ricerca.

Noi ci prendiamo la briga di farlo di fronte a tutto ciò che ascoltiamo o vediamo?

Ci chiediamo quanto le notizie che ci vengono fornite siano vere, cioè in linea con il Vangelo?

Don Umberto