La Via

La Via 5 dicembre

CI SONO ANCORA I PROFETI?

(Lc 3,1-6).

L’ultimo dei profeti fa la sua comparsa nella liturgia di oggi.

Ma è davvero l’ultimo?

La vicenda del Battista è inquadrata da luce nella cornice della grande storia.

Vengono elencati i nomi dei sovrani e dei potenti del tempo per sottolineare il fatto che la Parola di Dio scende invece su Giovanni nel deserto.

È una contrapposizione voluta che ancora una volta testimonia la sconcertante novità della logica di Dio.

La sua Parola scende su chi è disponibile ad accoglierla, non tra i famosi della storia.

Alla geografia dei potenti sfugge una voce nel deserto e sul meccanismo oliato del potere cade un granellino di sabbia; un granellino profetico.

Chi è un profeta?

Non è qualcuno che prevede un futuro, ma chi parla in nome di qualcun altro.

Nelle Scritture sono coloro che parlano in nome di Dio e la loro parola, quindi la loro vita, dice qualcosa che si smarca dal parlare comune.

I profeti non seguivano la moda, non parlavano come tutti, non erano parte del mainstream di allora.

Essere profeti oggi significa questo.

Ne esistono ancora?

Certo.

Sono coloro che vivono in modo tale da spingere tutti gli altri ad interrogarsi e a mettersi in atteggiamento di conversione.

Forse non sono persone famose e importanti ma gente semplice che però con passione vive in modo alternativo.

Non si uniformano all’egoismo dilagante; non assecondano il pessimismo e la paura elevata a sistema nella quale siamo immersi; non utilizzano come scala di valori la logica economica del consumo.

Gli uomini e le donne così ci sono ancora.

Magari ce li abbiamo vicino.

Con semplici gesti e altrettanto semplici parole ci danno l’opportunità di vivere il presente alla luce della fede.

A volte la loro vita è anche una denuncia dell’ingiustizia.

Molto più spesso è un appello alla conversione.

Guardiamoci intorno.

Li troveremo.

E capiremo che i primi a doverlo essere siamo proprio noi.

Don Umberto