La Via

La Via 24 ottobre

 CHI E’ IL DISCEPOLO?

(Mc 10,46-52)

 

Una domanda attraversa, come un fiume sotterraneo, tutta la seconda parte del Vangelo di Marco: “chi è il discepolo?”

Quali tratti umani, cioè, caratterizzano le persone che seguono Gesù?

È una domanda che attraversa i secoli e giunge fino a noi in modo personale: Sei tu un discepolo di Gesù?

Il Vangelo di oggi, che all’apparenza racconta unicamente un miracolo, in realtà mette in evidenza le condizioni che permettono ad una persona di incontrarsi con Gesù e seguirlo.

Così infatti termina il brano odierno: “…e prese a seguirlo lungo la strada”.

In tutto questo capitolo è l’unico di cui si dice che fosse al seguito di Gesù; mai una cosa simile viene detta per i discepoli “ufficiali”.

Basterebbe una simile persuasione a disporci, come Chiesa, all’ascolto dei tanti fratelli e sorelle, all’apparenza lontani dal Signore, in realtà più vicini di quanto si pensi.

Non ci è forse chiesto proprio questo in questo tempo di Sinodo?

Lasciamoci quindi prendere per mano da una simile pagina evangelica; essa ci conduce su terreni seminati con parole come mancanza, desiderio, rischio.

Sono gli atteggiamenti di quest’uomo, cieco, seduto ai bordi della strada.

Egli era “in cerca di onore” (questo significa il suo nome) e lascia emergere il vuoto che ha dentro.

Infatti la sua cecità non è solo fisica: esprime la mancata comprensione della persona di Gesù, ed è indice di un buio interiore, di uno smarrimento.

Egli potrebbe essere schiacciato da questa sua situazione; potrebbe mettere a tacere un voce che lo sprona a gridare e accontentarsi dell’elemosina (cioè di un sostentamento sicuro e assicurato). Invece no.

Trasforma il suo vuoto in desiderio e il suo desiderio in azione.

È a questo desiderio che si fa incontro Gesù con le sue parole.

Il cieco esprime un desiderio e lo fa con chiarezza.

Si assume dei rischi di fronte ai discepoli (loro che stavano con Gesù senza seguirlo veramente) sfidando la loro resistenza e le loro chiusure.

Era già discepolo nel cuore.

Ora lo diventa nella vita.

Don Umberto