La Via

La Via 19 settembre

LE TANTE LINGUE DEL SILENZIO.  

(Mc 8,27-35).

 A volte le pagine evangeliche ci colpiscono per alcuni dettagli piuttosto che per il tema centrale di cui trattano

A me succede spesso che l’attenzione sia conquistata della ricerca di una parola, di un aggettivo, di un verbo o anche di una immagine che suscita sorpresa e genera interrogativi.

Mi intriga il dettaglio che potrebbe rimanere nascosto tra le pieghe del tema principale, più conosciuto e più evidente.

Così oggi.

Il tema centrale è l’annuncio della passione del Signore, ma io mi sono lasciato trasportare dal mutismo dei discepoli.

Il silenzio non è mai veramente tale: è semplicemente un altro modo di comunicare, a volte persino più complesso e raffinato.

Soprattutto ha tante lingue, cioè tante sfumature di significato.

I discepoli tacciono una prima volta perché temono di chiedere spiegazioni  a Gesù.

È il silenzio che nasce della paura: il Signore aveva da poco rimproverato aspramente Pietro e loro non volevano fare la stessa fine.

È la paura di sentirsi dire la verità.

Ma forse è anche quel tipo di paura che impedisce di parlare nel timore di passare per persone poco intelligenti.

Una seconda volta poi tacciono perché non rispondono ad una precisa domanda di Gesù.

L’eventuale risposta sincera avrebbe rivelato quanto fossero lontani e disallineati i loro pensieri rispetto a quelli di Cristo.

Stanno in silenzio per vergogna o perché non vogliono generare una tensione o una frattura tra loro e il Maestro.

A volte non si manifestano i propri pensieri e le proprie convinzioni per non generare contrasti.

Accanto a questi due motivi di intendere il silenzio ve ne sono altri.

C’è il mutismo che è espressione di ostilità: non rivolgere più la parola ad una persona equivale infatti a ferirla, o peggio a cancellarla dalla propria vita.

Ma c’è anche il mutismo dell’indifferenza.

O quello di chi molto semplicemente non sa cosa dire.

Può essere però che il silenzio sia anche una forma di rispetto se non addirittura di amore.

Anche Gesù nella sua vita starà in silenzio.

Durante il processo che ingiustamente lo porterà alla croce egli tace.

Se parlasse, infatti, gli altri risulterebbero colpevoli.

Tace, e così salva noi peccatori.

Interroghiamo i nostri silenzi e quelli di chi ci circonda per sentire in quale lingua ci stanno parlando.

Don Umberto