La Via

La Via 24 gennaio

 REPETITA IUVANT

 (Mc 1,14-20)

Apparentemente il Vangelo di oggi sembra un doppione di quello ascoltato domenica scorsa.

Si tratta, in entrambi i casi, della vocazione dei primi discepoli.

I personaggi sono i medesimi e anche il senso dell’episodio, ma il fatto è narrato in modo diverso.

Domenica scorsa l’evangelista Giovanni descriveva i discepoli prima con il Battista e poi con Gesù. Erano loro a seguirlo e a fare il primo passo per cercarlo.

Oggi l’evangelista Marco ce li presenta invece intenti a pescare e il primo passo lo fa Gesù chiamandoli.

Cosa è successo veramente?

Da molti anni si è sviluppata una logica di pensiero che cerca di fare una sintesi di quanto narrato dai Vangeli come giustapponendo gli episodi con una tecnica ad incastro.

Il fine è quello di ottenere una vita di Gesù il più possibile credibile e lineare, senza contraddizioni.

Quindi, in questo caso, prima i discepoli hanno incontrato Gesù su indicazione del Battista e poi furono da Lui chiamati sulla riva del lago.

Lo seguirono subito lasciando tutto perché già lo conoscevano. A rigor di logica la cosa ci sta.

Personalmente però ritengo sia una ricchezza accettare le interpretazioni differenti che ogni evangelista adotta nel raccontare un fatto.

Perché di questo si tratta: il fatto è certamente accaduto, ma ogni evangelista lo interpreta diversamente a seconda del messaggio che ci vuole trasmettere.

L’accoglienza delle due interpretazioni è segno di ricchezza  e non di confusione.

Quando non si accolgono le interpretazioni differenti allora si opera una censura: cosa che sta diffondendosi oggi anche sui social.

Nella diversa interpretazione di Marco cosa possiamo dunque cogliere?

È Gesù a prendere l’iniziativa; quindi è il Signore che agisce per primo nella nostra vita.

L’esistenza del credente è quindi fortemente caratterizzata da una vigilanza pronta ad accogliere i segni con cui Dio si manifesta piuttosto che da una nostra programmazione religiosa.

Ma in Marco troviamo anche la risposta subitanea dei discepoli, senza mediazioni, senza calcoli, senza tempi intermedi.

Anche nella vita di fede esiste l’istinto.

È quell’attimo in cui il cuore viene toccato e ci si lancia in un gesto evangelico.

Non teniamolo a freno.

Don Umberto