La Via

La Via 17 gennaio

 DA GIOVANNI A GESU’

 (Gv 1,35-42)

Lo dicevamo domenica scorsa:

attorno a Giovanni il Battista si era radunata una folla di persone insoddisfatte: uomini e donne deluse dalle istituzioni, malamente inseriti nella società e forse anche insoddisfatti di se stessi.

Avevano trovato un catalizzatore, un luogo e una persona che poteva rimetterli in comunione con Dio e con se stessi e così aprire i loro occhi ad una diversa visione del mondo.

Ora quella stessa persona, il Battista, si sottrae.

Non lo fa per lasciarli senza guida e farli ripiombare ancora nella loro insoddisfazione.

Una ricaduta, infatti, sarebbe terribile.

Lo fa perché indica in Gesù “colui che prende su di sé il peccato del mondo”.

L’insoddisfazione interiore di ciascuno di coloro che erano al Giordano poteva trovare un nuovo interlocutore.

Non solo un interlocutore: uno che se ne fa carico.

Fu così per i primi discepoli, quelli di cui parla il Vangelo di oggi.

Essi, fidandosi del Battista, seguirono Gesù.

E Lui, come se cogliesse la loro insoddisfazione, chiese: “che cosa cercate?”

È la domanda di una vita.

Che cosa cerchiamo? Che cosa desideriamo?

Cosa vogliamo veramente?

Dalla risposta a questa domanda dipende il modo in cui si conduce la propria esistenza e la scala delle priorità.

Se ciò che desideriamo è la salute saremo pronti a qualsiasi rinuncia pur di averla.

Anche a scambiare la vita con una pura e semplice parvenza di essa.

Anche i due discepoli avrebbero potuto rispondere chiedendo un vantaggio immediato per loro: un miracolo, la ricchezza, la guarigione.

Risposero che volevano conoscere Gesù, cioè il modo in cui egli poteva far fronte alla loro insoddisfazione.

E il Signore rispose, non con una ricetta facile e preconfezionata, ma proponendo una esperienza: andare con Lui.

Solo frequentandolo avrebbero capito, a poco a poco, chi Lui fosse e come avrebbe cambiato la loro vita e i loro pensieri rendendoli così divergenti dal comune modo di pensare.

Il rapporto con Gesù è questione del cuore e chi non accetta di metterlo in gioco rischia di rimanere tutta la vita in una terra di mezzo che non può che produrre insoddisfazione.

Don Umberto