La Via

La Via 8 novembre

 IL TEMPO E L’AMORE

(Mt 25,1-13).

La parabola di oggi ci mostra come Dio giochi molto delicatamente ed abilmente con il tempo.

Le dieci vergini del racconto infatti dovevano solo fare questo: stare nel tempo dell’attesa.

Bastava aspettare e tenersi pronte.

Il tempo era per loro il luogo in cui sperimentare la verità del loro amore: non un colpo di fulmine o una fascinazione improvvisa, ma un sentimento costante, nutrito da gesti e pensieri, che il tempo non affievolisce ma anzi fortifica.

L’attesa si prolungava e tutto questo non era che una prova: avrebbe separato coloro che sapevano amare da coloro che vacillavano nell’amore.

E così fu.

Alcune non furono pronte all’arrivo dello sposo.

In loro era venuto meno l’amore (cioè l’olio): si erano raffreddati i sentimenti e probabilmente anche la fiducia.

Esse cioè non credevano che lo sposo potesse ancora amarle e fare ritorno.

Quasi sempre quando non ci si fida più dell’amore dell’altro si smette anche di provare sentimenti d’amore.

Dobbiamo riconoscere che in quest’ultimo anno siamo stati messi brutalmente di fronte ad una diversa visione del tempo.

Probabilmente lo stop alla nostra frenesia ci ha fatto soffrire, ma non è detto che non sia benefico.

Certamente è una prova con la quale capire quanto amiamo ciò che in questo periodo stiamo perdendo.

Anche nella vita spirituale accade lo stesso.

Nel mondo di quaggiù, Gesù tarderà sempre.

Avremo sempre cioè la sensazione di una sua relativa assenza.

È il modo con cui Dio si relaziona con il tempo umano, di cui ogni amore terreno ha bisogno per rivelarsi vero.

Ma alla fine si entrerà alla festa di nozze: cioè il Signore ci verrà incontro.

Forse nella preghiera, forse in una Messa, forse nel gesto di una persona cara.

Dio è fedele alla sua promessa.

L’incontro potrebbe tardare.

Ma certamente avverrà.

Don Umberto