La Via

La Via 18 ottobre

RESTITUIRE

(Mt 22,15-21)

È questo il verbo centrale della pagina evangelica di oggi.

Anche se nel testo è tradotto con “rendete a Cesare quel che è di Cesare e a Dio…” la parola originale è: restituite!

Così preferisco fare una breve riflessione su cosa significhi vivere restituendo, piuttosto che addentrarmi sul tema del rapporto tra potere politico e potere spirituale, a cui spesso si fa riferimento leggendo questa pagina.

Addentrarmi oggi, in tempo di Covid, su questo rapporto mi susciterebbe qualche perplessità sulle scelta che la Chiesa ha assunto in questi mesi.

Con la speranza che non le assuma in futuro.

Cosa vuol dire quindi restituire?

Letteralmente il verbo viene da latino e significa “ridare stabilità”.

Come a dire che senza restituzione, prima o poi, le cose ma anche le persone crollano.

Soprattutto le relazioni.

A mano a mano che la vita va avanti si dovrebbe infatti sentire il bisogno di restituire quello che siamo, quasi svuotandoci, per ridare ciò che si è ricevuto.

E questo fino a quell’ultima ed eterna restituzione della vita a Dio, che è la fonte da cui quella vita proviene.

Ma restituire significa anche riconoscere il valore dell’altro per me, riconoscere la sua capacità di dare, di produrre e generare.

In ogni relazione si ritrova questa dinamica di restituzione.

Direi anzi che la qualità delle relazioni si capisce dalla modalità di pratica della restituzione: generosamente o con avidità, con gioia o con asprezza.

Penso che anche a livello sociale questa logica comporterebbe un miglioramento: l’economia della restituzione produce più vita di quella del profitto.

Ciò che infine mi sembra decisivo è che vivere di restituzione ci libererebbe dal pensiero di essere sempre in credito con qualcuno o con qualcosa.

Vivere a credito diventa, alla lunga, ossessivo e sfiancante: genera uno stile di recriminazione, amarezza e, a volte, aggressività.

L’idea che gli altri ci debbano qualcosa, che la vita ci debba qualcosa, che Dio stesso sia in debito con noi è l’anticamera dell’intransigenza e dell’insoddisfazione.

Punto di partenza della logica di restituzione è il nostro cuore.

È lì che risuona la voce amorevole di Dio padre e datore di vita.

Don Umberto