La Via

La Via 16 settembre

 PRENDERE POSIZIONE                          (Mc 8,27-35)

 

Ogni presa di posizione comporta un distacco.

Ogni volta che ci si espone, che si esprime il proprio pensiero pro o contro qualcosa, si prendono le distanze da chi non pensa allo stesso modo.

Compromettersi significa distanziarsi.

Nell’accostarsi alla pagina evangelica di oggi si ha esattamente questa sensazione: una progressiva presa di distanza dei discepoli dal resto della folla e di Gesù nei confronti dei discepoli.

Gesù inizia facendo un sondaggio.

C’è chi muore dietro ai sondaggi, chi ne è ossessionato: unica preoccupazione quella di testare il polso della situazione e di valutare l’audience per poi adeguarcisi di conseguenza.

Gesù no.

A Lui cosa pensa la gente non interessa proprio.

Se chiede qualcosa del genere è solo per prenderne le distanze.

La domanda diretta fatta ai discepoli “e voi chi dite che io sia?” genera proprio questo: una distanza tra i discepoli e la folla.

Gesù li invita a prendere posizione in modo esplicito e questo non potrà che farli sentire diversi dagli altri.

E’ questa una necessità sempre più urgente tra noi cristiani. Fare capire cosa pensiamo di quel che ci circonda; esporsi, compromettersi, essere sale della terra con il nostro agire, il nostro parlare, il nostro decidere.

Se si temono le conseguenze, allora tanto meglio il conformismo qualunquista.

Il cristianesimo, in Italia, non è ancora al punto di essere praticato in gran segreto come avveniva in passato nei luoghi di persecuzione.

E’ ancora necessario che la lucerna accesa della fede sia collocata sopra il monte e non sotto il letto.

Anche Gesù vive il distacco di chi prende posizione.

E lo fa addirittura nei confronti di chi gli è più vicino: i suoi discepoli.

Nel momento in cui comunica la passione Gesù non viene capito dai suoi. Pietro addirittura lo rimprovera.

Si consuma quel distacco tra loro e il Maestro che culminerà con il tradimento, il rinnegamento e l’abbandono da parte di tutti.

C’è una solitudine di Gesù che ci addolora.

E’ la solitudine che si prova quando si parla di Dio non solo come il consolatore buono e misericordioso, ma anche come colui che sta sulla croce e invita a portarla.

Ed è il nostro Dio cristiano, a scanso di equivoci.

Don Umberto