La Via

La Via 24 giugno

COME GIOVANNI, PROFETI PER L’OGGI_             (Lc 1,57-66.80)_

 Giovanni è l’unico santo di cui ricordiamo sia la nascita sia la morte.

Egli spicca come un gigante tra i profeti.

Giovanni, crudo asceta del deserto, Giovanni tagliente predicatore, Giovanni disposto a morire per mantenere fede alla sua missione di verità.

Giovanni che prepara e dispone il popolo all’accoglienza del Messia ma che, teneramente, resta anche lui spiazzato dall’originalità di questo Messia.

D’altronde: come biasimare Giovanni?

E’ il più grande dei profeti, ma anche il più sfortunato: invita a conversione, grida e minaccia, indica un Messia vendicativo con l’ascia pronta a tagliare l’albero che non produce frutto e poi arriva Gesù che, invece di abbattere, accarezza e pota l’albero per fargli portare più frutto!

C’impressiona il fatto che addirittura Giovanni sia spiazzato dall’inaudita tenerezza di Dio: anche lui deve arrendersi alla contrologica del Dio d’ Israele.

I profeti esistono ancora, sono presenti in mezzo a noi.

Uomini e donne che vivono il Vangelo con tale coinvolgente semplicità e convinzione da diventare un segno di conversione per noi tutti.

I profeti hanno faticato e tribolato per scrutare i segni dei tempi.

Le nostre comunità lo fanno? Lo vogliono fare?

Sicuramente come comunità siamo chiamati a riscoprire il nostro ruolo profetico.

Non basta inanellare la consueta litania di messa-sacramenti-devozione per diventare testimoni: è urgente, vitale riappropriarsi del ruolo profetico-scomodo della Chiesa per il mondo di oggi.

Ciascuno di noi è chiamato a diventare profeta, a diventare segno là dove vive, a essere almeno un po’ trasparenza di Dio.

Mi viene in mente il sospiro di Mosè che, commentando il fatto che alcuni profetizzavano senza suo  permesso, sognava: «fossero tutti profeti i figli d’ Israele!».

Non sono i meriti a renderci tali ma la disponibilità.

Offriamola.