La Via

La Via 17 giugno

QUELLI DI FUORI_    (Mc 4,26-34)_

 Generalmente ci piacciono le parabole.

Le sentiamo vicine alla nostra sensibilità; soprattutto le avvertiamo facilmente comprensibili, più accessibili di un discorso articolato e complesso.

Gesù ne faceva spesso uso.

Un giorno, interrogato dai suoi discepoli, spiegò perché.

Erano destinate a “quelli di fuori”.

E chi erano costoro?

In pratica, quelli che rifiutavano di entrare in familiarità con Lui.

Tutti coloro che lo ascoltavano, certo, ma senza  impegno.

Un’ immagine eloquente, pertinente al cristianesimo di sempre, anche quello odierno.

Fatto, occorre dirlo, di tanta gente “di fuori”.

Cioè quelli che ascoltano il Vangelo per arricchirsi un po’: di contenuti, di buone parole, magari di   emozioni.

Ma niente più.

Ad avvicinarsi troppo a Gesù si rischia.

Si rischia il contagio di una vita diversa, di una logica troppo differente da quella della società.

E allora meglio il ruolo confortevole di osservatori esterni.

Un regime cristiano tipo supermarket: prendo il prodotto che voglio, pago il minimo e me ne vado.

Così però non si capisce la realtà del Regno di Dio. Si resta sempre in mezzo al guado.

Si rimandano le decisioni evangeliche perché si vuole capirne di più.

Ma Gesù dice che si può agire solo avendo prima accettato la Sua prossimità e vicinanza.

Oggi abbiamo letto due parabole che in qualche modo dicono la difficoltà ad entrare nella logica del Regno.

In una, il piccolo seme di senape, che è sintomo di quale sproporzione ci sia tra l’umiltà del messaggio cristiano e la baldanza e arroganza della logica del mondo. E forse per questo una persona ha paura di credere.

Nell’altra, il seme che cresce senza che il seminatore sappia come, dice quanto non siamo noi i veri registi della nostra vita. E questa logica di non controllare le cose sempre si fa paura.

Ci aiuti il Signore ad entrare con fiducia nel legame con Lui.

Don Umberto