La Via

La Via 29 aprile

RIMANERE NELL’AMORE (Gv 15,1-8)

Unico tra gli evangelisti, Giovanni usa l’ immagine della vite per parlare di Gesù.
Nei sinottici le parole di Cristo:” Io sono la vera vite” non ci sono.
Mi sono chiesto perché Giovanni senta la necessità di questa simbologia e perché ne faccia uso.
Forse aveva familiarità con l’ambiente dei viticoltori, o forse amava quel messaggio di festa e allegria che al vino si associa.
Ma più profondamente credo si debba cercare la risposta nel contesto più generale in cui questa immagine viene usata.
Siamo nei discorsi finali della vita di Gesù pronunciati durante l’ultima cena.
Il tema di fondo della parola del Signore è l’ amore, inteso come stile di vita dei suoi discepoli.
Giovanni non racconta l’istituzione dell’ Eucarestia, non cita le parole di Gesù sul vino: “questo è il mio sangue”, ma parla appunto della vite.
Per lui Gesù non è solo il frutto della vite (il vino), ma l’origine stessa di quel frutto.
Cristo non è semplicemente l’ amore, ma la sorgente stessa dell’amore, di ogni amore.
Chi perde contatto con la sorgente perde contatto con la forza vitale.
Per questo è necessario RIMANERE NEL SUO AMORE.
Quest’ amore c’è già, non siamo noi a crearlo, a farlo sbocciare. Dobbiamo solo stare attenti a non uscirne con le nostre scelte e con i nostri atteggiamenti.
L’ amore di Cristo è ovunque, è come una energia che abbraccia l’ universo, che tiene insieme ogni cosa.
Tutto infatti si fonda su una relazione, dal modo con cui sta insieme la materia nei più piccoli atomi sino alle grandi montagne, al modo con cui si vogliono bene gli esseri umani.
Senza questo amore che già esiste, tutto andrebbe in frantumi.
Ai discepoli di Gesù è affidato il compito di essere testimoni di questo amore.
Siamo come tralci uniti alla vite: fragili, fragilissimi.
Ma senza di noi la linfa non può trasmettersi al chicco d’uva e l’amore non può diffondersi nel mondo.
Anche i più piccoli gesti allora saranno espressione di quel profondo legame che ci unisce al Signore.

Don Umberto