La Via

La Via 5 marzo

LASCIARSI CONDURRE (Mc 4,1-11)

Gesù fu condotto dallo spirito nel deserto per essere tentato dal diavolo.
C’è tutto un mondo spirituale dietro a questa parola.
La scelta di andare nel deserto non fu presa da Gesù “in autonomia”. Certo fu una decisione interiore, maturata dentro di sé, ma fu lo Spirito a spingerlo lì.
Come una presenza esterna, la Terza persona della Trinità, lo condusse laddove il maligno si sarebbe fatto vivo.
È come se le logiche del maligno fossero già note, come se si sapesse in anticipo dove si sarebbe rivelato.
In fondo il diavolo non è poi tanto creativo. Una volta capito il suo modo di agire, sappiamo bene cosa farà e quando lo farà.
Agisce dove siamo più deboli.
E noi siamo deboli quando ci troviamo in situazioni che non desideriamo,che ci mettono alla prova perché le subiamo, non le scegliamo volutamente, ma quasi ci piombano addosso.
Pensare così la Quaresima vuol dire darle un’altra prospettiva.
So di avere già scritto su questo tema, ma non si finisce mai di approfondirlo.
Un conto è scegliere le proprie penitenze Quaresimali e i propri impegni.
In una parola decidere di fare i fioretti.
Una volta adempiuti si fa certo un’opera meritoria, ma si è sempre noi i protagonisti.
Un altro conto è accogliere quelle penitenze che Dio ci offre, conducendoci Lui laddove magari non vorremmo.
Verso un impegno gravoso, verso un incontro indesiderato,verso una situazione che non vorremmo affrontare.
E rimanere in tutti questi contesti con fede, senza rabbia, senza scoramento, senza inquietudine.
È proprio in questi contesti infatti che noi veniamo messi alla prova e la tentazione si fa più concreta e tangibile.
Pensiamo, ad esempio, al digiuno. È il gesto centrale di oggi.
Noi scegliamo di digiunare in Quaresima.
Il digiuno però è rivelatore non solo di una fame fisica, ma anche di altri tipi di fame che ci attanagliano.
Fame di affetto, fame di stima degli altri, fame di tranquillità e pace.
Spesso la vita ci priva di queste cose.
Spesso la vita ci porta a stare a digiuno di tante cose che in realtà desidereremmo.
Si crea allora un vuoto. Possiamo riempirlo.
O di effimere distrazioni, o di scoraggiamenti, o di Dio.
Buona Quaresima a tutti.

Don Umberto