La Via

La Via 15 gennaio

EPILOGO (Gv 1,29-34)

Quando ho scelto questo titolo ho avvertito una leggera contraddizione.
Con oggi infatti prende avvio un nuovo ciclo liturgico, il cosiddetto “tempo ordinario”; più che di epilogo quindi dovremmo parlare di inizio.
Ma è la pagina evangelica a costituire un epilogo. È la conclusione ideale della scena del Battesimo di Gesù che abbiamo celebrato domenica scorsa.
Ed è un epilogo sorprendente, nel quale Giovanni il Battista riconosce di non aver capito fino in fondo chi fosse il Messia.
Egli amministrava un battesimo per la remissione dei peccati; ora invece appare sulla scena “colui che toglie il peccato del mondo”, Gesù di Nazareth.
E il Battista deve fare un passo indietro.
Deve quasi creare un vuoto, un vuoto interiore perché lo spazio possa essere occupato dal Messia.
Un vuoto relazionale che i suoi discepoli avvertono immediatamente; ed è anche per questo che passarono da lui a Gesù.
Il Battista preparò la strada, ma lo fece senza conoscere ancora Colui che doveva venire, senza sapere chi fosse l’Agnello di Dio.
Noi invece, molto spesso ragioniamo in senso contrario.
Pensiamo che, per poter credere, occorre prima di tutto conoscere, capire bene di che cosa si tratta.
Se Giovanni avesse aspettato di capire bene, e addirittura di vedere, non avrebbe in alcun modo preparato la strada all’Agnello di Dio.
Il cammino che porta all’incontro con Dio è sempre fatto così: esso deve essere iniziato molto prima che si possa vedere con gli occhi la sua presenza.
Chi sa stare nel vuoto potrà poi incontrarlo.
Chi invece aspetta di conoscerlo per cominciate il cammino non dovrà poi stupirsi del fatto che il suo cammino non possa mai cominciare.
Noi non potremo mai togliere alla fede quel suo carattere di salto nel buio, di mistero, di incomprensibilità.
Per molti oggi la fede appare legata invece ad occasioni precise, logiche e puntuali: le compagnie frequentate, le parole persuasive di un maestro, l’esempio di altri credenti …
Ma una fede legata solo a questo non rimane. Resterà sempre connotata da una dinamica di alternanza, come l’umore.
La fede si àncora invece ad una voce interiore, quella dello
Spirito.
Quella che guidava il Battista pur non conoscendo egli il Messia; quella che guida ciascuno di noi.

Don Umberto