La Via

La Via 27 novembre

NOTTE (Mt 24, 37-44)

La Bibbia parla spesso di una atmosfera notturna nella quale siamo invitati a stare attenti a quel che succede.
Perché di notte accadono cose decisive: di notte si apre il Mar Rosso affinché Israele lo attraversi; di notte lo sposo del Cantico va a bussare alla porta dell’amata; di notte il nemico semina zizzania in mezzo al grano buono.
Ci lascia perplessi questa considerazione, in quanto per lo più la notte è fatta per dormire.
Di notte sopraggiunge il sonno, quell’agognato riposo dalle nostre fatiche e anche dalle nostre inquietudini.
La notte quindi ci libera dei molti pesi, anche se a volte ce li portiamo con noi e allora non si riesce a dormire e il tempo notturno è come una tortura.
Resta il fatto che per lo più di notte si dorme.
Si fa qualcosa di ordinario, naturale, biologico.
Ma anche ciò che faceva la generazione del tempo di Noè (di cui parla il Vangelo) aveva queste caratteristiche: mangiavano, bevevano, prendevano moglie e prendevano marito.
E Gesù in questo testo non a caso ci paragona a quella generazione; essa viene additata non per un peccato di immoralità ma per un atteggiamento superficiale di fronte alla vita.
A furia di fare le cose ordinarie, le faccende che ti occupano la normalità dell’esistenza, essi non si accorsero di nulla.

Mi chiedo: a cosa avrebbero dovuto fare caso ?
Avrebbero dovuto guardare i segni intorno a loro o dentro di loro?
Avrebbero dovuto essere vigilanti, questo sì.
Ma come? E riguardo a cosa?
Quando mi facevano studiare filosofia ricordo che c’era un gruppo di filosofi antichi, gli stoici, che insistevano molto su questo tema della vigilanza. Uno di loro, Epitteto; diceva “sorveglia te stesso come un nemico in agguato”.
Credo che l’ammonimento valga anche per noi cristiani.
C’è una vigilanza da esercitare sulla nostra interiorità, sui nostri pensieri, sulle nostre emozioni. L’essere assorbiti dalle cose da fare non ci aiuta di certo a viverla questo tipo di vigilanza.
E poi c’è una vigilanza sugli stili di vita, su scelte sociali condivise dai più, su slogan culturali che affermano nuovi dogmatismi laici che anche un cristiano rischia ormai di dare per scontati.
A volte anche ciò che non è apertamente male rischia di farci perdere l’occasione dell’appuntamento con il Signore.
Egli viene per incontrarci.
Mi chiedo cosa troverà quando busserà alla porta di questa casa che è la nostra vita. Don Umberto