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L’arte di scomparire

ScomparireGuardare senza essere visti. Tacere quando tutti parlano. Diventare invisibili, ma non nascondersi. Essere discreti oggi significa prediligere l’identità al posto della visibilità, l’essere sull’apparire. In una società che valorizza la spettacolarizzazione del quotidiano, la discrezione è una meravigliosa e necessaria forma di resistenza, un gesto politico prima che morale. Omnia praeclara rara, tutto ciò che è prezioso è raro, dice la massima latina citata da Spinoza alla fine dell’Ethica. Zaoui parte da qui per spiegare quanto sia necessaria una pausa, anche se minima, dal grande show. Scomoda grandi pensatori a sostegno della sua tesi: da Kafka a Blanchot a Deleuze, passando per Virginia Woolf, Marcel Proust, Walter Benjamin e Charles Baudelaire, che celebrano con lui questa esperienza “rara, ambigua e infinitamente preziosa”. Mai come oggi si è reso necessario spegnere i riflettori, abbassare il rumore di fondo, godere di un sano anonimato. Come quando, spiega il filosofo, si prova piacere nell’ascoltare da dietro una porta due bambini che giocano, oppure si scruta in silenzio l’amante addormentata nel letto. Con questo piccolo e imprescindibile trattato Zaoui ci suggerisce che ognuno di noi, oggi, ha forse più diritto a un quarto d’ora di discrezione, anziché di celebrità .

L’arte di scomparire di Pierre Zaoui.

Pierre Zaoui insegna filosofia all’Università di Parigi VII – Denis Diderot. È membro del Centro internazionale per lo studio della filosofia francese contemporanea (Ciepfc). La sua ricerca si concentra soprattutto su Spinoza, Gilles Deleuze, l’arte contemporanea e il pensiero politico. Tra le sue ultime pubblicazioni, Spinoza. La décision de soi (2008) e La Traversée des catastrophes. Philosophie pour le meilleur et pour le pire (2010).